Opzione Donna nel 2024: si studiano le variabili da inserire nella riforma della pensione anticipata

Il Governo sta studiano alcune variabili per la pensione anticipata, specificatamente per Opzione Donna nel prossimo anno.

Il governo italiano sta considerando la proroga di tre misure pensionistiche fino al 2024 per superare temporaneamente i requisiti più rigidi della riforma Fornero.

Calcolo pensione anticipata
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Le misure in questione sono Ape sociale, Opzione donna e Quota 103. Tuttavia, la proroga non rappresenterebbe una vera riforma delle pensioni e il governo avrebbe bisogno di tempo per sviluppare un progetto riformatore completo.

Le lavoratrici che intendono utilizzare Opzione donna per la pensione nel 2024 potrebbero non essere soddisfatte delle ultime ipotesi di proroga.

Opzione Donna nel 2024: le tre variabili

Opzione donna, che permetteva alle lavoratrici di andare in pensione prima dei colleghi maschi, richiedeva un’età minima di 58 anni per le dipendenti e di 59 anni per le autonome, oltre a 35 anni di contributi previdenziali versati. Questa opzione era valida fino al 2022, prima che fosse prorogata al 2023.

Caregiver aiuta anziana
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Le casalinghe possono andare in pensione a 57 anni con requisiti specifici. Nel 2023, la misura è stata limitata a quattro categorie di beneficiarie potenziali. La riproposizione di Opzione donna potrebbe essere una soluzione auspicata da diverse persone, che prevede un ricalcolo contributivo della prestazione e potrebbe essere un’opzione per tante donne.

Ciò implica che le lavoratrici, come garanzia per uscire anticipatamente rispetto ai requisiti ordinari, dovrebbero accettare di percepire una pensione inferiore rispetto a quella che riceverebbero senza l’anticipo. Il governo non sembra considerare la possibilità di adottare la via proposta, nonostante l’effetto positivo che avrebbe sulla spesa previdenziale, consentendo alle lavoratrici di andare in pensione prima e di lasciare una parte della pensione maturata.

Tuttavia, con il passare degli anni, le penalizzazioni per le lavoratrici sarebbero sempre meno significative. Il calcolo contributivo produce una pensione più bassa rispetto a quello retributivo. Più anni di contributi in epoca retributiva, meno pensione con il calcolo contributivo.

Per coloro che hanno versato un periodo di 18 o più anni di contributi entro il 31 dicembre 1995, il meccanismo di salvaguardia più vantaggioso, ovvero il calcolo retributivo, è applicabile fino al 2012. Tuttavia, per coloro che non hanno raggiunto tale soglia, il calcolo retributivo si ferma al 31 dicembre 1995 per diventare contributivo a partire dal 1° gennaio 1996.

Il numero di donne impiegate che possono vantare una carriera di 18 anni o più prima del 1996 sta diminuendo costantemente. Di conseguenza, l’impatto della penalizzazione associata a Opzione donna sta diventando sempre meno significativo. Staremo a vedere come e se cambierà davvero qualcosa.

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