Cosa percepisce un coniuge nel momento in cui il partner passa a miglior vita? Ha diritto alla sua vecchia pensione?
Un uomo e una donna che si dichiarano amore eterno e che trascorrono insieme la maggior parte della vita, ad un certo punto sono costretti a separarsi. E’ questo ciò che accade a seguito di una malattia o di una qualsiasi altra causa di morte.
In questo caso capita di chiedersi se, al momento della morte del coniuge, a colui o colei che resta in vita, spetta o meno la pensione che veniva percepita in vita. A questo riguardo è bene sapere che in questo caso si deve sapere che si può ottenere parte della pensione ma non una cifra intera in quanto, la pensione percepita dal coniuge ormai morto, subisce una riduzione che varia anche in base al reddito.
Si parla di riduzioni che si verificano nel caso in cui si possiede un reddito preciso. Ci si chiede infatti se si tratta di una cifra inerente al solo reddito del coniuge o, se ci si basa anche sui nuclei di altri membri della famiglia, ossia dei figli, andando così ad effettuare una somma di ogni importo. Ma vediamo insieme di scoprire qualcosa di più su questo argomento.
Attenzione alla pensione di reversibilità e al limite di reddito
La pensione di reversibilità risulta essere una prestazione economica erogata da parte dell’INPS verso i familiari superstiti di un defunto che possedeva una pensione o che, nel corso della vita lavorativa, ha accumulato un numero sufficiente di settimane contributive che gli avrebbero permesso di diritto di ottenere tale importo.
Tra coloro che ne hanno diritto troviamo: il coniuge, il figlio o i figli, i nipoti e, in determinate situazioni, anche i genitori insieme alle sorelle e fratelli. L’importo si calcola basandosi sulla documentazione che il familiare superstite si impegna a presentare nel momento in cui effettua la richiesta.
Un documento in cui non deve mancare una dichiarazione riguardo ai redditi soggetti ad IRPEF che verranno poi utilizzati per il calcolo della percentuale e quindi per comprendere qual è la cifra che verrà poi assegnata.
In questo caso, ossia quando si parla di un coniuge superstite, la percentuale si aggira intorno al 60% la quale si basa sul calcolo che l’Inps effettuerà, prendendo in considerazione il reddito che risulta essere del richiedente familiare titolare oltre ai componenti del suo nucleo familiare.