Pensioni, il Governo prepara la riforma definitiva: cosa cambia e chi verrà premiato

Da anni si parla di un cambiamento radicale delle pensioni in Italia. Oggi, il Governo presieduto da Giorgia Meloni sembra essere deciso.

Il Governo Meloni è al lavoro per una nuova riforma delle pensioni, considerando diverse opzioni, come quelle anticipate tramite Ape Sociale e Opzione Donna e la proposta della Lega di Quota 41. L’idea che si sta facendo largo prevede un radicale cambiamento del sistema pensionistico italiano. Ecco quale novità sembra essere vicina all’approvazione.

Il governo pensa a una riforma delle pensioni
Il Governo Meloni pensa a una radicale riforma delle pensioni – ascoli.cityrumors.it

Da tempo si parla, in Italia, di una profonda e incisiva riforma delle pensioni. Il centrodestra – e in particolare la Lega – sono acerrimi oppositori della Legge Fornero e, da anni, ne propongono il superamento. Fin qui, però, nonostante un gran parlare, non si è proceduto ad interventi strutturali, che possano incidere tanto sull’età pensionabile quanto sugli importi. Ora, tuttavia, l’Esecutivo Meloni vuole rompere gli indugi e preparare una riforma storica.

Il Governo pensa a una drastica riforma delle pensioni: cosa aspettarsi

Il Governo sta davvero pensando ad un radicale cambiamento del sistema pensionistico italiano. In questo momento, tiene banco la proposta avanzata da Alberto Brambilla, Presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, e Antonietta Mundo, del Comitato Tecnico Scientifico dello stesso centro. Ecco in cosa consiste la loro idea.

Sostanzialmente, i due vorrebbero un sistema più flessibile, permettendo il pensionamento tra i 63/64 anni e i 72 anni, con penalizzazioni per chi decide di ritirarsi prima dei 67 anni. Propongono, inoltre, di innalzare a 25 anni il requisito contributivo per la pensione di vecchiaia, rispetto agli attuali 20 anni, e di razionalizzare i pensionamenti per i lavori gravosi.

Quali saranno le novità per le pensioni
Quale sarà il futuro del sistema pensionistico? – ascoli.cityrumors.it

Tale cambiamento potrebbe avere un impatto significativo, escludendo molti lavoratori che non riusciranno a raggiungere i 25 anni di contributi entro il 2025, costringendoli a lavorare per altri cinque anni. Come detto, si pensa a maggiore flessibilità per un sistema troppo spesso ingessato e fatto di paletti, permettendo ai lavoratori di ritirarsi tra i 64 e i 72 anni, con penalizzazioni per chi lascia il lavoro prima dei 67 anni.

Il sistema di flessibilità sarebbe accompagnato da coefficienti di trasformazione per bilanciare l’importo delle pensioni in base all’età di uscita. Tutto ciò, negli intendimenti di chi propone i cambiamenti, dovrebbe rendere il sistema previdenziale più sostenibile, in un periodo di invecchiamento della popolazione italiana. Questo per ciò che concerne l’età.

Per quello che riguarda, invece, i soldi, Brambilla e Mundo vogliono evitare che i pensionati accettino assegni troppo bassi, che li renderebbero poveri in futuro. E, dunque, propongono di reintrodurre un vincolo sull’importo minimo della prestazione. Per poter accedere alle pensioni anticipate, questo non dovrebbe essere inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale, una prerogativa che era stata eliminata dall’ultima legge di Bilancio e che dovrebbe essere ripristinata.

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