È importante sapere quali contributi sono considerati ‘utili’ per quanto riguarda la pensione, sia dal punto di vista dei requisiti che dell’importo.
Quando si parla di pensione il primo pensiero che viene in mente è il rispetto dei requisiti in merito all’età da un lato e del quantitativo di contributi previdenziali versati dall’altro. Due elementi essenziali per poter dare il via libera all’erogazione del trattamento pensionistico pieno, il cui importo sarà legato proprio a quanto versato dal contribuente nel corso della sua carriera lavorativa. Vediamo dunque quali sono i contributi ‘utili’ per la pensione oltre a quelli considerati obbligatori.
Esistono infatti una molteplicità di altri contributi che abbinati ed affiancati agli obbligatori permettono di raggiungere i requisiti per poter andare in pensione ed iniziare a ricevere il cedolino mensile. Si tratta dei contributi da riscatto e di quelli figurativi ma anche dei contributi cumulati, versati volontariamente, totalizzati o ricongiunti che consentono di andare a far crescere l’anzianità contributiva che altro non è che la somma dei contributi che il lavoratore ha versato o che gli sono stati accreditati.
Contributi per la pensione, quali sono quelli davvero utili? Facciamo chiarezza
I contributi obbligatori sono quelli che il datore di lavoro (o il committente) versa per la quota a carico del lavoratore (o del collaboratore). Oppure quelli dovuto dall’imprenditore o dal libero professionista relativi allo svolgimento della propria attività. Per i lavoratori dipendenti la copertura piena è possibile soltanto nel caso di presenza di un livello minimo di retribuzione soggetto a rivalutazione annuale mentre al di sotto di esso sarà ridotto l’accredito contributivo accreditando solo le settimane coperte dalla retribuzione.
Per quanto riguarda il riscatto esso è possibile ad eccezione del caso in cui il periodo contributivo sia coperto da contribuzione figurativa. Uno degli esempi più comuni è il riscatto degli anni di laurea mentre non è riscattabile il servizio militare perché coperto da contribuzione figurativa. Nel primo caso ricordiamo che è previsto un costo da sostenere mentre i figurativi non prevedono spesa alcuna da parte del lavoratore ed intervengono per periodi non lavorati in seguito ad eventi tutelati dalla legge.
Importanti sono anche i contributi volontari che vanno a coprire periodi scoperti e che devono essere versati dal cittadino previa autorizzazione dell’Inps. La si ottiene qualora siano stati maturati almeno cinque anni di contributi, tre dei quali nell’ultimo quinquennio antecedente la richiesta. I costi in questo caso, sono importanti. Infine troviamo ricongiunzione, ovvero contributi considerati allo stesso modo degli accreditati riunendoli in un’unica gestione. Oppure il cumulo o i contributi totalizzati, quando non vengono riuniti in una sola gestione restando nelle rispettive casse di appartenenza.