Una recente sentenza della Corte di Cassazione segna un’importante svolta sul fronte delle regole per i mutui a tasso variabile. Ecco tutti i dettagli.
Ricordate quando, tra il 2005 e il 2008, i tassi dei mutui variabili erano fuori controllo e arrivavano alle stelle? In molti ci sono rimasti scottati, e qualcuno tra i cittadini penalizzati dalla spirale di aumenti delle rate ha deciso di far valere le proprie ragioni in tribunale. La decisione (favorevole) della Corte Suprema è cambiata solo ora, ma promette di avere l’effetto di uno scossone per il settore bancario e non solo.
Con l’ordinanza n. 34889 del 13 dicembre 2023, la terza sezione della Cassazione ha affermato il principio per cui la mancata partecipazione di una particolare banca alla manipolazione del tasso Euribor non esclude il diritto dei suoi mutuatari a richiedere le tutele previste dalla legge antitrust del 10/10/1990, n. 287.
Così, la Corte si è pronunciata a favore della nullità del tasso del finanziamento definito sulla base dell’Euribor oggetto di manipolazione, riconoscendo ai consumatori vittime di pratiche commerciali scorrette l’applicazione delle tutele e delle regole che disciplinano la concorrenza nel libero mercato. Cosa significa tutto questo nel concreto?
In poche parole, la Cassazione ha sancito il diritto al rimborso degli interessi pagati in eccesso nel 2005-2008 dai sottoscrittori di un mutuo variabile – e parliamo di milioni di cittadini e imprenditori – anche se la propria banca non aveva partecipato agli illeciti (la manipolazione del tasso Euribor di cui sopra). L’ordinanza degli Ermellini darà probabilmente il via a migliaia di cause collettive in tutta Italia per la restituzione del maltolto.
Il riferimento è al “cartello” messo in atto a livello internazionale dagli istituti di credito per aumentare i tassi Euribor, riconosciuto dalla Commissione Antitrust Europea con decisione del 4 dicembre 2013, con la conseguente alterazione delle condizioni generali di mercato, a discapito dei mutuatari. Secondo quanto stabilito dalla Cassazione, il diritto al rimborso degli interessi riguarda tutti i titolari di mutui indicizzati all’Euribor nel periodo che va dal 29 settembre 2005 al 30 maggio 2008.
I giudici della Corte Suprema hanno ribaltato la pronuncia di appello, la quale escludeva dalle responsabilità le banche che non avevano partecipato al cartello, estendendo la portata del diritto connesso all’accertamento delle pratiche illecite di manipolazione del tasso Euribor. E ora? Per ottenere il rimborso è fondamentale agire entro il termine di prescrizione di dieci anni dal pagamento dell’ultima rata. Se la banca non si oppone, le somme spettanti dovrebbero arrivare entro pochi mesi, diversamente se ne riparlerà in tribunale.