Il reddito per l’infanzia è una nuova ipotesi di sussidio al vaglio del Governo, che improvvisamente si preoccupa della denatalità.
In Italia si fanno sempre meno figli e questa tendenza comincia a preoccupare seriamente l’attuale Governo, anche se sono già diversi anni che se ne parla. E di parole ne sono state profuse tante, dai vari Governi che si sono succeduti, ma per quanto riguarda i fatti invece le cose sono molto diverse.
Aiuti alla genitorialità, programmi di welfare aziendale, progetti per l’inserimento al lavoro per le donne con figli… a livello concettuale di idee ne sono state messe, sul piatto. Però poi la situazione rimane sempre invariata: o non c’è la volontà politica o quando c’è mancano i fondi.
Mettiamoci poi la pandemia e la guerra in Ucraina, che ci ha reso tutti più poveri, e viene davvero difficile credere che i giovani – al massimo storico della precarietà – abbiano voglia di mettere su famiglia.
La soluzione al problema, in questo come in molte altre cose, arriva da un “bonus”. Ormai la formula dei bonus ha sostituito la vera presa in carico del problema; in fondo, basterebbe un adeguamento dei salari affinché le famiglie riuscissero a vivere dignitosamente, in libertà, senza aspettare una “mancetta” oggi e un’altra domani. Ma tant’è, e dunque non ci resta che scoprire in cosa consisterebbe questo nuovo sussidio.
Cos’è il reddito d’infanzia e quali sono le idee del Governo
Al momento è in fase di elaborazione, di studio e valutazione la Manovra economica per il 2024. Una proposta di Legge, avanzata da Fratelli d’Italia, vorrebbe implementare gli aiuti alle famiglie con figli, per incentivare la natalità che ha raggiunto i minimi storici.
Tra le idee sul piatto troviamo il reddito di infanzia e anche l’assegno di gioventù. Oggi come sappiamo tutti i nuclei familiari con figli minori (fino anche a 22 anni in alcuni casi eccezionali, come le invalidità) godono dell’Assegno Unico.
Il reddito d’infanzia andrebbe a dare un sostegno economico di 400 euro al mese ai genitori che fanno un figlio. La mensilità sarebbe corrisposta fino al sesto compleanno del figlio o dei figli. I requisiti per ottenerlo al momento sono stabiliti in un reddito complessivo inferiore a 90 mila euro. Andrebbe a cumularsi con il già esistente Assegno Unico Universale.
Passati i 6 anni di età, entrerebbe in gioco l’assegno di gioventù, che contempla un contributo di 250 euro al mese fino al raggiungimento dei 25 anni del figlio o figli, se iscritti a istituti scolastici/di formazione. Medesimi i requisiti per ottenerlo.
Secondo le prime stime però servirebbe almeno 1 miliardo di euro, e la domanda su dove il Governo intenda trovare le risorse per adesso è ancora senza risposta.