Ora il governo sembra essere davvero interessato a mettere in atto una riforma delle pensioni, ecco cosa potrebbe cambiare per chi vuole smettere di lavorare.
Ognuno di noi può avere il desiderio di non lavorare fino a un’età non eccessivamente avanzata, così da essere ancora in forma quando arriverà quel momento e poter godere del tempo libero insieme ai propri affetti più cari. È infatti più che naturale avvertire stanchezza man mano che gli anni passano e indipendentemente dal tipo di professione che si svolge. Ogni ruolo, sia che sia prettamente fisico sia che invece richieda di stare per gran parte della giornata alla scrivania, può essere faticoso ed essere fonte di ansia e stress.
Riuscire a raggiungere l’obiettivo è però diventato ormai sempre più semplice, soprattutto perchè la tanto bistrattata riforma Fornero ha reso più complicati i piani non solo per i lavoratori, ma anche per le stesse aziende, che non possono mettere in atto una rotazione tra i dipendenti che sarebbe necessaria. Forse però potremmo essere arrivati a un passo che ci aspettavamo da tempo, quello che può portare a una riforma delle pensioni vera e propria, di cui si parla da tempo.
Sin dall’inizio del suo mandato il Premier Giorgia Meloni non aveva escluso la possibilità di predisporre una riforma delle pensioni, spalleggiata dal Ministro Matteo Salvini, che ne ha sempre avvertito il bisogno sin da quando era all’opposizione, pur essendo ora ai Trasporti. Trasformare questo progetto in realtà può però non essere semplice, soprattutto perché è inevitabilmente necessario che le casse dello Stato siano in grado di sostenerlo. Ora è quindi venuto il momento?
Almeno per ora si stanno evitando i proclami, così da non illudere i cittadini, ma qualcosa si sta effettivamente muovendo. L’obiettivo sarebbe proprio quello di rendere più flessibile l’abbandono del mondo del lavoro rispetto a quanto stabilito dalla Legge Fornero approvata nel 2011.
Le risorse sono però davvero poche, per questo potrebbe essere difficile anche riuscire a rintracciare anche solo i 10 milioni di euro necessari per confermare il cuneo fiscale in busta paga. Le idee allo studio non mancano, resta da capire se siano davvero fattibili. Il sottosegretario al Lavoro Durigon sarebbe intenzionato, se possibile, a promuovere Quota 41 per tutti, idea che potrebbe essere favorevole per molti cittadini, mentre il presidente della commissione Finanze del Senato, Massimo Garavaglia, ha preferito non sbilanciarsi troppo, pur ammettendo di voler provare a eliminare una normativa che ha generato non pochi problemi negli ultimi anni, a partire dalla creazione della categoria degli “esodati”, ovvero chi è stati licenziato dall’azienda pur non essendo ancora in età da pensione.
Al momento l’ipotesi più probabile potrebbe essere proprio quella di Quota 41, destinata a entrare in vigore già nel 2025, grazie a cui ogni lavoratore potrebbe interrompere la propria carriera con 41 anni di contributi, senza tenere presente l’età. Garavaglia ha addirittura parlato della possibilità che lo Stato possa guadagnare da questo provvedimento, per questo non si può escludere una perdita a livello di denaro a livello di contribuenti. Parlarne in maniera dettagliata è comunque prematuro, molte cose sono ancora in divenire.