Riforma fiscale, come cambiano gli stipendi 2024 con le nuove aliquote Irpef

In attesa della Nota di aggiornamento al DEF che il governo Meloni presenterà a settembre vediamo come potrebbero cambiare gli stipendi 2024.

La riforma fiscale entra nel vivo con l’approvazione della delega fiscale che mira a cambiare la tassazione degli stipendi, come cambieranno dunque con le nuove aliquote Irpef introdotte con le nuove regole?

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Stipendi: come cambiano con la riforma fiscale – ascoli.cityrumors.it

Il governo Meloni punta a rivoluzionare non solo le buste paga dei lavoratori ma le novità potrebbero avere conseguenze anche sulle tredicesime o sui premi di produttività nonché sugli assegni pagati ai pensionati e sulla no tax area.

Le novità della riforma fiscale

Dopo il via libera della delega fiscale con gli obiettivi stabiliti da parte del Parlamento ora occorre aspettare la presentazione della Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza che metterà in chiaro i fondi effettivamente disponibili per la Legge di bilancio 2024. L’appuntamento è dopo l’estate, presumibilmente in settembre.

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Federico Freni (D), sottosegretario al ministero dell’economia e Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia, durante l’esame del disegno di legge delega al Governo per la riforma fiscale – Foto Ansa – ascoli.cityrumors.it

In quell’occasione si sapranno con certezza anche quali saranno le conseguenze della riforma fiscale sugli stipendi dei lavoratori e sugli assegni percepiti da coloro che sono in pensione o che ci andranno proprio nel 2024.

Come cambieranno dunque gli stipendi dei lavoratori? Punto fondamentale della riforma è il cambiamento del numero delle aliquote Irpef che da quattro scendono tre. L’obiettivo dichiarato del governo Meloni è giungere ad una tassa piatta unica, la cosiddetta flat tax, pur garantendo, come chiarito dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo, il principio di progressività citato in Costituzione.

Sembra difficile, ma come analizzato dagli esperti, sembra più concreta l’ipotesi di innalzamento la soglia del primo scaglione a 25mila euro dai 15mila attuali, escludendo l’ipotesi di unire le prime due fasce di reddito in un’aliquota unica. Così, cioè con l’aliquota Irpef  al 23% gli stipendi annui per i lavoratori aumenterebbero di 200 euro.

Le variabili però sono diverse, come la composizione del nucleo familiare, la presenza di disabili all’interno dello stesso nucleo familiare o la residenza in una casa interessata da lavori di efficientamento energetico. In quel caso ci potrebbero essere dei bonus ulteriori in fase di dichiarazione dei redditi

La riforma potrebbe prevedere anche la detassazione degli straordinari e la riduzione della tassazione sui premi di produttività. Ricordiamo che già con l’ultima Legge di bilancio l’aliquota è scesa dal 10 al 5% entro il limite di 3mila euro. Al momento però non ci sono certezze in merito

Per quanto riguarda le tredicesime il governo ha in mente una riduzione dell’aliquota Irpef dal 23 al 15% con risparmi fino a 80 euro sullo stipendio per i singoli lavoratori dipendenti.

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