In arrivo la nuova riforma pensioni pronta a cambiare le modalità e le tempistiche di erogazione dei fondi pensionistici.
Quello delle pensioni è uno dei temi più discussi e polemizzati in Italia, fonte costante di preoccupazione per molti contribuenti. La situazione delle pensioni in Italia è in continua trasformazione: il progressivo invecchiamento della popolazione e le molteplici riforme, hanno prodotto un’innalzamento dell’età pensionabile e una netta riduzione dell’importo degli assegni mensili erogati.
I sindacati da tempo richiedono al Governo una riforma complessiva del sistema, che possa rinnovare le certezze dei lavoratori e delle imprese. I contribuenti chiedono una riforma in grado di soddisfare le esigenze dei singoli, che mutano in base alla professione e alle aspettative di vita differenziate. Da anni, inoltre, il lato sindacale spinge verso una netta divisione tra spesa pensionistica e spesa assistenziale.
Le pensioni vigenti in Italia, al primo gennaio 2024, sono circa 17,8 milioni ma di queste, secondo i dati raccolti dall’INPS, solo 13,6 milioni sono di natura previdenziale e dunque erogate dai contributi versati durante gli anni di servizio. Rimane, inoltre, il tema degli importi bassi e dell’età pensionabile che riguarda le donne lavoratrici.
Le ultime ore hanno visto un ritorno della discussione sulla riforma delle pensioni prevista per il 2025 la quale, si auspica, possa essere definita entro la fine dell’anno con la nuova Manovra Finanziaria. L’attuale Legge Fornero prevede la possibilità di andare in pensione anticipata ordinaria con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e un anno in meno per le donne. Le finestre mobili per l’uscita sono al momento bloccate ma, negli ultimi giorni, si è tornato a discutere di un nuovo possibile allungamento da 3 a 7 mesi. Questa novità potrebbe portare ad un’uscita dal lavoro dopo 43 anni e 4 mesi.
Secondo quanto emerso, il Governo Meloni starebbe lavorando all’introduzione di una nuova Legge di Bilancio che permetterebbe di andare in pensione dopo 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica. Il governo starebbe studiando anche l’introduzione di nuovi bonus ed esoneri contributivi per chi rimane a lavorare anche dopo aver raggiunto gli anni necessari. Le proposte di riforma interessano anche il Tfr e i fondi pensione, i quali potrebbero essere accorpati a meno che il lavoratore non presenti esplicita opposizione. Le prossime settimane saranno decisive per conoscere gli eventuali sviluppi e le conferme della nuova riforma pensione.