Le nuove misure mirano a incentivare la regolarizzazione contributiva, riducendo le sanzioni per chi decide di mettersi in regola.
Le regole in materia di contributi previdenziali sono state oggetto di un’importante modifica legislativa che ha portato cambiamenti significativi per aziende e lavoratori autonomi. La normativa che regola i pagamenti verso l’INPS è stata rivista al fine di agevolare i contribuenti, introducendo misure che consentono una più semplice regolarizzazione delle posizioni debitorie.
Le sanzioni relative ai ritardi o alle omissioni nel versamento dei contributi sono spesso motivo di preoccupazione per chi si trova in una situazione di inadempienza. Tuttavia, le nuove disposizioni in vigore dal 1° settembre 2024 offrono condizioni più favorevoli per chi intende mettersi in regola con i propri obblighi contributivi, evitando sanzioni più onerose.
Sanzioni ridotte per chi decide di mettersi in regola con il pagamento dei contributi: le ultime novità dell’INPS
Dal 1° settembre 2024, grazie al Decreto Legge n. 19/2024, è stato introdotto un nuovo regime sanzionatorio per coloro che non versano tempestivamente i contributi previdenziali o i premi dovuti alle gestioni previdenziali e assistenziali. Il legislatore ha previsto specifiche riduzioni delle sanzioni per incentivare la regolarizzazione spontanea delle posizioni debitorie, evitando così l’applicazione di sanzioni più severe.
Le sanzioni civili previste per il ritardato o mancato pagamento dei contributi non subiranno la maggiorazione del 5,5% se il versamento viene effettuato volontariamente entro 120 giorni, in un’unica soluzione, prima di qualsiasi contestazione o richiesta da parte dell’INPS o di altri enti preposti. In questo modo, si offre una finestra temporale utile per mettersi in regola senza incorrere in ulteriori penalizzazioni.
Nel caso in cui l’inadempienza sia connessa a evasione contributiva, ad esempio attraverso dichiarazioni omesse o false, la sanzione civile può arrivare fino al 30% dell’importo non versato, con un limite massimo del 60% del totale dovuto. Questa misura si applica a quei casi in cui il mancato pagamento è avvenuto intenzionalmente, tramite l’occultamento di rapporti di lavoro, retribuzioni o redditi.
In situazioni in cui il debitore decida di autodenunciare la propria posizione debitoria prima che gli enti previdenziali effettuino controlli, la sanzione applicabile sarà ridotta. In particolare, se la denuncia viene effettuata entro 12 mesi dal termine previsto per il versamento e il pagamento viene completato entro 30 giorni, si applicherà una sanzione civile basata sul tasso ufficiale di riferimento, aumentato di 5,5 punti percentuali. Se, invece, il pagamento viene effettuato entro 90 giorni, la maggiorazione sale a 7,5 punti.
L’INPS, nell’ambito delle sue attività di controllo, ha il potere di convocare i contribuenti per ottenere informazioni o documenti necessari alla verifica della correttezza dei versamenti. Questo processo di controllo può estendersi anche a terze parti che abbiano avuto rapporti diretti con il contribuente, le quali saranno invitate a fornire i documenti richiesti.