OpenAi ha deciso di sfidare i giganti dei motori di ricerca di Google ed Apple con una propria piattaforma. Ma non chiamatela browser.
A sentire chi l’ha creato, è molto riduttivo definirlo browser o software per navigare sul web. La definizione esatta sarebbe agente conversazionale integrato in internet. È firmato dall’azienda OpenAi, la stessa di ChatGpt, è stato appena lanciato ed il suo nome è Atlas.

Il cambio è sin nel concetto di navigazione nella rete. Non si clicca più sui link, bensì si dialoga con l’Intelligenza artificiale. La quale, al posto nostro, interagisce con i siti web, legge e riassume. Nella barra di ricerca non si inserisce l’indirizzo, ma si chiede direttamente ciò che si vuole. Atlas poi fa tutto da solo: apre le pagine, legge le fonti, incrocia i dati e restituisce una risposta pronta all’uso, con tanto di link e documenti per approfondire.
OpenAi ha parlato di un epocale cambio di paradigma: si passa dal motore di ricerca all’agente personale al quale chiedere di fare qualsiasi cosa. Tre gli elementi chiave per comprendere Atlas: l’interfaccia principale è integrata con ChatGpt, il modello di Ia di OpenAi tra i più famosi ed utilizzati al mondo; la memoria contestuale permanente; la navigazione autonoma a multimodale.
Un risultato “autonomo” sempre più coerente con i propri interessi
È sostanzialmente una conversazione in cui l’Ia interpreta ciò che chiediamo, e risalendo allo storico delle ricerche viene restituito un risultato sempre più coerente con i propri interessi. E l’autonomia? Atlas confronta prezzi, prenota viaggi, raccoglie informazioni da migliaia di siti in contemporanea, compila moduli al posto nostro. La barra degli indirizzi scompare in Atlas, lasciando il posto ad un campo di dialogo con l’Ia.
Allo stesso modo, si dice addio alla Serp, la Search engine results page (ovvero la pagina dei risultati del motore di ricerca). Atlas mostra una guida che ha già sintetizzato e filtrato le informazioni. Se con Chrome e Safari “si va” su internet, con Atlas si “si parla” con il web. L’unica cosa che conta è l’obiettivo finale, ed è solo quello che dobbiamo domandare nel campo di dialogo. Atlas sa già come arrivarci, e sarà “lui” a spulciare i link.

È una sfida aperta a Google ed Apple, una guerra tra giganti della tecnologia che minaccia in particolare il predominio di Chrome, che da anni sfrutta la potenza del suo algoritmo e del suo motore di ricerca. La nuova interfaccia globale del web sarà Atlas? È presto per dirlo, anche se il supporto di Microsoft ad OpenAi punta proprio a spodestare Mountain View dal trono.
Solamente l’esperienza che Atlas offrirà agli utenti ci dirà qualcosa sul futuro, ma nel frattempo possiamo già elencare brevemente vantaggi e svantaggi. Se è vero che a livello tecnico la navigazione sarà molto più rapida, immediata ed integrata, è anche vero che la dipendenza cognitiva sarà un duro ostacolo da superare. Per dirla in parole più semplici, molti utenti potrebbero essere restii a delegare praticamente ogni cosa ed ogni esperienza web all’Ia. Una delega che significa anche meno curiosità a causa del filtro.
Infine, la privacy. Se eravamo preoccupati del fatto che Google ed Apple sapessero esattamente “cosa” visitavamo (restituendoci per magia gli annunci pubblicitari che ci interessavano), lo saremo ancor di più con OpenAi, che imparando a conoscerci a fondo saprà anche “perché” avremo effettuato quella determinata ricerca.





