Creare un sito e-commerce di successo richiede una strategia di vendita ben pianificata e una sequenza precisa di azioni: oggi in tanti sono coloro che pretendono di poter vendere i propri prodotti online, ma nel concreto pochi sanno davvero come aprire un ecommerce. Perseguire obiettivi di vendita online, in generale, non solo non è alla portata di tutti, ma necessità di un piano ben organizzato.
Trasformare l’e-commerce in un’attività redditizia e a tempo pieno implica una solida pianificazione commerciale, ma non solo: ha dei costi che non vanno sottovalutati ed è necessaria chiarezza anche sulle questioni meramente legali. Non pensate, come è prassi comune, di poter aprire un negozio online senza dotarsi di Partita Iva, con relativo Codice Ateco, iscriversi alla Camera di Commercio e darsi una forma giuridica.
Quali sono le fasi necessarie per aprire un e-commerce
Decidere come strutturare il proprio business, analizzare la concorrenza e creare un piano dettagliato sono i primi passi entro i quali muoversi per poi aprire un e-commerce, ma non solo gli unici che dobbiamo compiere nel breve periodo. Per molti, il negozio virtuale affianca quello reale, e si parla di e-commerce indiretto, che ha alcune regole e alcuni riferimenti da seguire, mentre l’e-commerce diretto è quello che si gestisce esclusivamente in Rete.
Selezionare la piattaforma più adatta alle proprie esigenze e costruire l’identità del proprio marchio sono ulteriori passaggi importanti, che spesso vengono trascurati o gestiti con una certa faciloneria. In realtà, solo quando avremo messo in fila questi passaggi, portandoli a termine, potremo pensare di affrontare quello più importante, ovvero l’apertura del nostro negozio online. Finalmente ci siamo, ma attenzione: una campagna di lancio è molto importante, così come lo è l’implementazione di strategie di marketing per attirare e mantenere i clienti.
Tipologie di e-commerce e modelli di business da sviluppare
A tal proposito, uno degli aspetti da tenere in considerazione è che tipologia di negozio online si intende sviluppare, tra questi cinque modelli: B2B, ovvero business to business, vale a dire il rapporto tra azienda e azienda o tra azienda e fornitore; B2C, che sta per business to consumer, ossia l’azienda si rivolge al cliente, sul modello più famoso che è quello di Amazon; C2C, ossia consumer to consumer, quando si ha a che fare con aste online o modelli di compravendita, per esempio con eBay; C2B, nei casi in cui i consumatori offrono un prodotto o un servizio ad aziende o imprese, vedesi blogger o influencer che si offrono alle aziende; l’ultimo modello è il B2A e C2A (business to administration, consumer to administration), che rientra nella casistica in cui ci si rivolge direttamente alle pubbliche amministrazioni.
Bisogna poi conoscere i modelli di business su cui sviluppare la nostra piattaforma di e-commerce, come ad esempio il dropshipping, che è quel modello che prevede una piattaforma tramite tra cliente e fornitore; molto sviluppato è anche il modello di wholesailing, il cui esempio più noto è Alibaba: qui troviamo stock di prodotti acquistati in gran quantità e venduti a prezzo competitivo; per warehousing, si intende il classico modello di azienda che ha un magazzino e si occupa personalmente della spedizione. Questi sono dunque i modelli di business più importanti, ma ne esistono altri. Chiunque volesse entrare nel mondo dell’e-commerce, farebbe bene a muoversi, alla ricerca di una consulenza online e di un preventivo gratuito.