I 6 modi per mandare a rotoli una relazione secondo lo psicologo che ha studiato 130 coppie

Durante uno studio che ha coinvolto 130 coppie, un esperto in relazioni è riuscito a predire quali si sarebbero lasciate: i 6 segnali inconfutabili.

Quando una relazione fallisce, ci si chiede spesso cosa abbia scatenato tutto questo. Qualcuno parla di differenze caratteriali emerse (o mutate) nel tempo, altri di difficoltà nel gestire i problemi di coppia. Tutte cose plausibili, che si uniscono al classico dito puntato verso l’altro. Ma siamo sicuri che non ci sia altro? E se scoprissimo che alcuni atteggiamenti che adottiamo ogni giorno non hanno, nel tempo, un effetto deleterio sulla relazione? Li cambieremmo?

Cuore rosso di carta, stropicciato e strappato in due
I 6 modi per mandare a rotoli una relazione secondo lo psicologo che ha studiato 130 coppie – ascoli.cityrumors.it

A volerci vedere più chiaro è stato John Gottman, noto psicologo americano che insieme al suo team si è fatto le stesse domande. Secondo la sua ricerca, che ha coinvolto più di 100 neosposi, sì. E non solo: per lui non è questione di istinto, ma di sei pattern ricorrenti che determinano – o compromettono – il successo di un matrimonio.

I segnali che fanno scricchiolare una coppia (secondo la scienza)

Ogni coppia crede di essere diversa. “Noi no, noi ci capiamo anche senza parlare”. Certo. Peccato che, secondo John Gottman, bastino quindici minuti per capire se un matrimonio durerà o se finirà con le posate divise nei cassetti. Nel suo celebre ‘Love Lab’ – un appartamento-laboratorio dell’Università di Washington – lui e il suo team hanno osservato 130 neosposi discutere come nella vita vera, solo con un piccolo dettaglio: avevano addosso sensori che registravano battito, pressione, sudore e adrenalina. Romanticissimo.

Ragazza con le mani in volto, primo piano. Ragazzo di spalle sullo sfondo
I segnali che fanno scricchiolare una coppia (secondo la scienza) – ascoli.cityrumors.it

Il risultato è stato illuminante, nel modo più deprimente possibile: il modo in cui inizia una discussione dice già tutto. Se parte con un tono sarcastico, una critica velenosa o un leggero disprezzo, nel 96% dei casi la fine è già scritta. E da lì arrivano i famosi ‘quattro cavalieri dell’Apocalisse’ della coppia: critica, disprezzo, difensiva e ostruzionismo. Tradotto: prima ci si punzecchia, poi ci si guarda male, ci si giustifica e infine si alza un muro e non si ascolta più l’altro.

Il resto è un effetto domino. Le emozioni diventano ingestibili – quello che Gottman chiama ‘flooding’, quando la negatività ti travolge come un’onda – e perfino i tentativi di fare pace vanno a vuoto. Quelli che un tempo bastavano a sciogliere la tensione (una battuta, un abbraccio, un gesto) non funzionano più. E quando anche i ricordi belli suonano come un’altra vita, è il segnale che qualcosa si è già rotto, anche se nessuno lo ha ancora detto ad alta voce.

Ma cosa fare, quindi? Non esiste la formula magica, e chi dice il contrario probabilmente vende corsi online. Gottman stesso non promette miracoli, ma invita a guardare i piccoli segnali prima che diventino abitudini. Del tipo: evitare di partire all’attacco, imparare a respirare quando si vorrebbe ribattere, ricordarsi che l’altro non è un nemico ma una persona a cui, in teoria, vogliamo ancora bene.

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