I problemi intestinali che possono essere il preludio al Parkinson: uno di questi è comunissimo

Alcuni sintomi di problemi intestinali possono indicare la possibilità di insorgenza del morbo di Parkinson. Scopriamo di più sulla correlazione.

Cervello e intestino sono connessi anche con riferimento al Parkinson. Lo afferma un nuovo studio.

Parkinson e problemi intestinali correlazione
Parkinson e problemi intestinali, la correlazione – Ascoli.cityrumors.it

La malattia di Parkinson è una sindrome extrapiramidale che si caratterizza per rigidità muscolare. Chi la manifesta presenta resistenza ai movimenti passivi, tremori durante lo stato di riposo che aumentano a causa dell’ansia e bradicinesia (difficoltà a iniziare e finire i movimenti).

Tra le malattie neurodegenerative il Parkinson è la seconda più diffusa dopo l’Alzheimer. La qualità della vita può essere migliorata grazie a nuovi farmaci ma le difficoltà per i pazienti sono comunque elevate. Al momento non è stata nemmeno accertata la causa della patologia. I medici sono concordi sull’origine multifattoriale e sull’influenza sia di componenti ambientali che genetiche.

Una cura vera e propria non esiste. Le terapie aiutano a controllare i sintomi ma non fermano il suo sviluppo. Bisogna puntare sulla prevenzione – vita attiva e stile alimentare benefico per il sistema nervoso – e sulla diagnosi precoce. Occorre, quindi, saper riconoscere i segnali precoci della malattia di Parkinson.

La correlazione tra problemi intestinali e Parkinson

Uno studio pubblicato sulla rivista Gut ha segnalato la correlazione tra problemi intestinali e malattia di Parkinson. Nello specifico stitichezza, difficoltà di deglutizione, intestino irritabile possono essere segnali precoci della sindrome.

Diagnosi del Parkinson
Lo studio sul Parkinson – Ascoli.cityrumors.it

La diagnosi precoce permetterebbe di iniziare tempestivamente un trattamento contro l’insorgenza del Parkinson. Significherebbe guadagnare anni con una qualità della vita migliore. Individuare la malattia prima che compaiano i sintomi neurologici sarebbe di fondamentale importanza essendo il Parkinson un disturbo cerebrale progressivo che peggiora nel tempo.

Lo studio ha raccolto dati a 24.624 persone con Parkinson per confrontarli con quelli di persone con Alzheimer, cervelli sani, emorragie cerebrali oppure coaguli. Ebbene i risultati hanno riportato come le persone con problemi intestinali (naturalmente non tutti i problemi gastrointestinali) avevano maggiore possibilità di sviluppare il Parkinson.

Lo studio è un passo in avanti ma saranno necessarie altre ricerche per permette ai medici di capire come sfruttare questo sapere. Potrebbe esserci un terzo fattore di rischio che collega problemi intestinali e Parkinson. Ciò che è certo – a detta dei ricercatori – è che il lavoro ha stabilito come l’intestino sia un bersaglio primario per cercare i biomarcatori del Parkison. Eventuali cambiamenti fisici potrebbero suggerire precocemente la possibilità di sviluppare la malattia. Si tratta di cambiamenti facilmente misurabili che potrebbero permettere un intervento tempestivo.

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