Un dibattito annoso, quello che riguarda il pagamento del coperto al ristorante. Ma cosa dice effettivamente la legge?
Il coperto al ristorante è un argomento che da sempre genera discussioni e dubbi tra i clienti. Se da un lato rappresenta una consuetudine consolidata nel settore della ristorazione, dall’altro suscita polemiche riguardo alla sua equità e trasparenza. Ma la domanda vera è: dobbiamo pagarlo? Proviamo a fare chiarezza.
Il coperto è il costo aggiuntivo che alcuni ristoranti applicano al conto del cliente per il servizio e l’allestimento del tavolo. Questo importo, solitamente fisso e variabile da locale a locale, copre spese come il pane, l’acqua, i tovaglioli e il servizio del personale. È importante sottolineare che esso non include il pagamento dei piatti ordinati, ma rappresenta una tassa aggiuntiva per il servizio offerto.
Se da un lato il coperto è una pratica comune in molti ristoranti italiani e internazionali, dall’altro è spesso oggetto di critiche e controversie. Uno dei principali motivi è legato alla trasparenza e alla giustificazione del suo costo. Alcuni clienti lamentano di non ricevere un servizio adeguato rispetto all’importo pagato, mentre altri contestano l’obbligatorietà del pagamento anche in caso di mancata richiesta di servizi aggiuntivi.
Inoltre, vi è un dibattito sul fatto che il coperto sia equo nei confronti dei clienti, specialmente considerando che alcuni ristoranti lo applicano indipendentemente dal numero di persone al tavolo o dal tipo di servizio offerto. Alcuni ritengono che il coperto sia una pratica antiquata e ingiusta, mentre altri lo difendono come una forma di compensazione per il servizio e l’atmosfera proposti dal ristorante.
Coperto al ristorante: regolamentazione e trasparenza
Attualmente, non esiste una regolamentazione specifica in Italia riguardo al coperto nei ristoranti, lasciando ai gestori la discrezionalità di stabilire importi e condizioni. Tuttavia, alcune associazioni dei consumatori hanno sollevato la questione della trasparenza e della giustificazione del coperto, incoraggiando una maggiore chiarezza da parte dei ristoranti riguardo ai servizi inclusi e ai relativi costi.
La pratica del coperto, ovvero il costo aggiuntivo per il servizio e l’allestimento del tavolo, è legittima nei ristoranti italiani. Eppure, è essenziale che l’importo sia chiaramente indicato sul menù o comunque comunicato al cliente prima di procedere con l’ordinazione. Secondo l’art. 180 TULPS (regio decreto n. 635/1940), i pubblici esercenti sono tenuti ad esporre in modo ben visibile la tariffa dei prezzi, inclusi eventuali costi aggiuntivi come il coperto.
È importante sottolineare che quest’ultimo è solo una delle possibili spese extra che i ristoratori possono applicare, insieme ad esempio al servizio o al pane. Tuttavia, indipendentemente dal termine utilizzato, questi costi devono essere trasparenti e quantificati in modo preciso per consentire al cliente di prevedere la spesa totale. In caso di controversie riguardo al coperto o ad altri costi aggiuntivi, esso ha il diritto di contestarli se non erano stati chiaramente segnalati prima dell’ordinazione.
Il cliente può rifiutarsi di pagarli e, se necessario, chiedere l’intervento delle forze dell’ordine. I ristoratori hanno la libertà di stabilire prezzi e sovrapprezzi, ma devono garantire la trasparenza e la chiarezza delle tariffe al consumatore. È fondamentale che i clienti siano informati in modo completo sui costi aggiuntivi prima di effettuare un ordine, così che possano prendere decisioni consapevoli.