Nell’ascolano il Festival della Restanza e della Tornanza per celebrare le aree interne delle Marche. Tutte le informazioni utili.
Una tre giorni di incontri, dibattiti, panel tematici, laboratori e performance, questo è stato il Festival della Restanza e Tornanza, che si è svolto a Colli del Tronto dal 20 al 22 giugno scorsi, con l’obbiettivo di valorizzare le aree interne delle Marche, in particolare quelle appenniniche colpite dal terremoto del 2016.
L’evento, infatti, è stato promosso dal Commissario straordinario alla ricostruzione post sisma, con l’obiettivo di ripopolare le zone duramente colpite da quel terremoto, facendo restare o tornare i giovani, da qui il nome Restanza e Tornanza.
Un proposito che ha catturato un pubblico molto ampio e interessato, con la partecipazione di oltre 2.500 persone, di cui molte giovani, fin dai primi giorni del festival. Ecco cosa bisogna sapere.
Grande successo di pubblico per la prima edizione del Festival della Restanza e Tornanza, che si è svolto dal 20 al 22 giugno a Colli del Tronto, cittadina situata appena fuori Ascoli Piceno, in direzione mare. Tantissimi giovani hanno partecipato al Festival, insieme ad ospiti provenienti da tutta Italia, come l’insegnante e influncer Vincenzo Schettini che ha tenuto un laboratorio sulla “fisica del cibo, e ovviamente alle istituzioni.
Tra questi c’era anche il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, che nella giornata di sabato 21 giugno ha fatto un intervento significativo: “Credo fortemente che iniziative come il Festival della Restanza e della Tornanza siano fondamentali perché mettono al centro le aree interne”, ha detto.
Il festival, infatti, propone una visione nuova dell’Appennino, che non sia più “margine” ma cuore pulsante di rigenerazione economica, sociale e culturale.
“Le Marche – ha detto ancora Acquaroli – sono una regione che ha una grande fascia di territorio collinare e montano: non possiamo più considerarlo marginale”. Quindi ha aggiunto: “Dobbiamo lavorare per creare in questi luoghi le condizioni per cui le persone scelgano di rimanere o tornare. Questo significa servizi, infrastrutture, opportunità . Le aree interne non sono un peso, sono una risorsa – ha rimarcato Acquaroli – e la politica deve avere la capacità di guardare a queste terre non con l’ottica della compensazione, ma con quella dell’investimento e della visione“.
“Questo festival è la prova che dalle macerie non nascono solo edifici, ma relazioni, progetti e possibilità ”, è stato il commento il Commissario straordinario alla ricostruzione post sisma 2016, Guido Castelli.
Tra i momenti salienti del Festival c’è stata la partecipazione di oltre 500 studenti delle scuole della provincia e dei giovani del Servizio civile universale, che hanno preso parte ai laboratori su impresa, intelligenza artificiale e comunicazione.