In aereo tendiamo ad addormentarci prima del decollo e magari a dormire anche durante l’atteraggio? Ecco perché secondo gli esperti è meglio non farlo.
Prendere un aereo è un’esperienza che include sempre una buona dose di eccitazione e di adrenalina, con estrema probabilità anche per gli “habituè”, ovvero per i viaggiatori più assidui. E questo per i più disparati motivi che possono essere, ad esempio, le corse in autostrada per non perderlo, un po’ di timore causato dal volo, le incognite legate al viaggio ed alla distanza che si percorrerà.
Tutto ciò, se da un lato ci eccita, dall’altro ci stanca. Così, soprattutto se il volo è tardi la sera oppure all’alba, come entriamo in cabina e prendiamo il nostro posto non vediamo l’ora di appisolarci per riposare e rilassarci un po’. Eppure, secondo gli esperti, è bene attendere prima di fare il pisolino: almeno di aver terminato il decollo e di aver raggiunto la quota che poi l’aereo manterrà costante durante il viaggio.
E non solo: anche durante la fase di atterraggio la cosa migliore, ancora secondo gli esperti, è quella di mantenere la veglia. Il motivo? Ebbene, in prevalenza uno ed uno soltanto: la pressione. Ed il modo in cui essa varia, in base a numerosi fattori, tra cui i cambi di altitudine e quota che effettua il velivolo, richiede al nostro corpo importanti azioni di adattamento. Cerchiamo di capire meglio il perché.
È l’audiologa e foniatra Arianna Mengucci, attiva presso il Centro Medico Santagostino di Milano, a spiegare perché dobbiamo fare attenzione a quando risulti meglio fare pisolini in aereo. Perché abbandonarci al sonno nei momenti non opportuni potrebbe causare fastidi e problemi ad un senso in particolare del nostro corpo: l’udito.
“Nello stato ottimale – ha spiegato la Mengucci – la pressione atmosferica e quella interna dell’orecchio è la stessa”. Ed è la Tuba di Eustachio a regolare questo bilanciamento, equilibrando la pressione interna dell’orecchio con quella ambientale esterna in modo fisiologico ed a seconda delle necessità. Tuttavia “il suo funzionamento può non essere sufficiente in caso di cambi repentini di pressione atmosferica, come quelli che si verificano durante decollo e atterraggio”, ha continuato la Mengucci.
E se non prendiamo provvedimenti accorti, il rischio è che durante le fasi di decollo ed atterraggio, proprio a causa dei cambiamenti di pressione atmosferica, le orecchie si tappino per qualche ora oppure giorno. Ma non solo: potrebbero originarsi anche otiti e, nei casi più gravi, perforazioni del timpano.
Per questo “Durante decollo e atterraggio dovremmo forzare la tuba ad aprirsi, per esempio masticando un chewing gum o facendo la manovra di Valsalva”, ovvero soffiandosi il naso tappandolo, ed impedendo che esca l’aria. Dopodiché, una volta che il nostro organismo ha raggiunto il suo perfetto equilibrio, ecco che il meritato sonnellino può risultare la nostra perfetta, e più che sicura, ricompensa.