La pazzia del pronto soccorso, la donna che ha aggredito tutti si scusa: cosa è successo

Una persona ha aggredito un’infermeria la notte scorsa, è stata arrestata e ora si sta ravvedendo perché quello che ha fatto è inqualificabile

E’ stata una notte da incubo. Una donna ha aggredito un’infermeria al pronto soccorso, le ha fatto di tutto e di più, le ha soprattutto provocato delle lesioni che, su referto, i colleghi del pronto soccorso le hanno dato sette giorni di prognosi. E troppo bene le è andata, visto che è stata sbattuta per terra e presa a calci senza potersi difendere più di tanto. Se non fosse stato per l’intervento della guardia giurata, altro che sette giorni di prognosi.  La donna che ha provocato tutto questo è stata arrestata dai carabinieri ed è andata davanti al giudice per convalidare l’arresto.

L'aggressione
L’ingresso del pronto soccorso di Pesaro (Facebook ascolicityrumors.it)

 

Tutto è svanito nella testa e anche nella mente della donna. E c’è un motivo. Il giorno dopo davanti al giudice la donna, la 32enne, che è stata arrestata dai carabinieri per un atto di violenza atroce, ad un certo punto ha chiesto scusa a tutti, alla donna soprattutto, ma anche alle altre persone che avrebbe offeso e insultato mentre malmenava la povera infermieri: “Chiedo davvero scusa a tutti, non so cosa mi è preso, ero ubriaca“. Ma se può essere una misera giustificazione, nel senso che non ha problemi di mente, tutto quello che ha fatto non si cancella anzi resta e anche piuttosto fermo nella testa della gente che era nella sala d’attesa.

E’ stata una notte infernale, non si può dimenticare

Flash-mob
Gli infermieri e i dottori del Pronto Soccorso di Pesaro hanno manifestato (Facebook ascolicityrumors.it)

 

Il gesto resta, eccome. La donna, per quello che ha fatto, è stata arrestata per resistenza, lesioni e interruzione di pubblico servizio. Accuse molto gravi, tanto che lei stessa ha ammesso tutti gli addebiti che le sono stati attribuiti, anche se ha precisato che era ubriaca e in evidente stato di alterazione. Lei ha chiesto scusa al personale sanitario e ai carabinieri, ma la signora ha alcuni precedenti e il giudice alla fine ha convalidato l’arresto, ma concesso i domiciliari con la possibilità di andare al lavoro.

Durante il processo, c’è stata anche l’audizione di una testimone che ha detto di avere avuto “una delle più grandi paure della mia vita visto che la scena è avvenuta accanto alla barella dove ero sdraiata. La violenza non è mai giustificata. Ci vuole più protezione

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