Azienda sanitaria territoriale di Ascoli Piceno ancora nel caos: la Regione Marche boccia atto aziendale. Le ultime notizie.
Una querelle destinata a durare ancora a lungo, dopo lo stop della scorsa primavera, per la Ast di Ascoli arriva una nuova bocciatura dell’atto aziendale da parte della Regione Marche. Insorgono le opposizioni che puntano il dito contro la gestione dell’Azienda sanitaria territoriale del Piceno.
Con la delibera n. 948 del 24 giugno scorso, la Giunta della Regione Marche ha formalmente approvato l’atto aziendale della Ast di Ascoli ma con numerosi rilievi vincolanti, riguardo all’organizzazione dei servizi, la programmazione dei posti letto e la gestione del personale e delle risorse.
La Giunta regionale ha chiesto alla Ast di adeguarsi alle indicazioni sui punti problematici, di fatto accogliendo le critiche che nei mesi scorsi erano state sollevate dal Partito Democratico, dai sindacati dei lavoratori della sanitĂ ascolana e anche da diversi sindaci del Piceno.
A seguito di queste osservazioni, il Partito Democratico ha lanciato pesanti accuse nei confronti dei responsabili della gestione dell’azienda sanitaria e del sindaco di Ascoli Marco Fioravanti, in particolare. Ecco cosa è successo.
Nelle osservazioni sull’atto aziendale della Ast di Ascoli, la Giunta regionale delle Marche ha messo in evidenza diverse carenze strutturali e organizzative nell’amministrazione sanitaria. Come la mancanza di chiarezza nella gestione economica, tecnica e del personale, le incoerenze nell’organizzazione delle Unità Operative Complesse, la mancanza di una programmazione credibile dei posti letto e l’assenza di una rete integrata tra dipartimenti e tra diversi livelli, ignorando hospice, salute mentale, sanità penitenziaria, autismo, dipendenze, cure palliative e diabetologia.
Si tratta di rilievi piuttosto gravi da parte di un’amministrazione dello stesso colore politico di chi amministra la sanità ascolana e che, come abbiamo accennato, erano emersi già nei mesi scorsi. Quando l’assessore regionale alla Sanità , Filippo Saltamartini, aveva bloccato l’atto aziendale della Ast ascolana, accogliendo una interrogazione del Partito Democratico.
Il piano aziendale, poi, aveva subito alterne vicende, con il ripensamento di Saltamartini, fino agli ultimi rilievi che hanno suscitato l’immediata reazione del Partito Democratico. “La Regione ci dà ragione. Un disastro annunciato che qualcuno ha voluto ignorare”, ha dichiarato Francesco Ameli, segretario provinciale del PD.
“Un documento fragile, incoerente, sbilanciato, che non garantisce una sanità pubblica efficiente e accessibile dai cittadini”, ha detto Ameli dell’atto aziendale della Ast di Ascoli, ricordando che il suo partito lo aveva “detto in ogni sede” e lo aveva “denunciato in conferenza stampa e nelle sedi istituzionali con osservazioni” e “ribadito anche davanti ai silenzi e all’inerzia di chi avrebbe dovuto ascoltare”.
“A difendere quel pasticcio – in modo acritico e imbarazzante – sono stati solo il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti e pochi altri, per meri ordini di partito”, ha rincarato la dose Ameli,
“Lo stesso assessore Saltamartini, dopo l’iniziativa della consigliera regionale Casini, aveva inizialmente sospeso l’Atto, riconoscendone le criticità – ha ricordato l’esponente PD -. Poi, evidentemente richiamato all’ordine, ha fatto marcia indietro. Se avesse dato seguito alle sue stesse parole, oggi non ci troveremmo in questa situazione paradossale e imbarazzante: una Regione costretta a bocciare il piano di una sua stessa AST“.
Ora Ameli auspica che la nuova direzione della Ast di Ascoli, guidata dal dottor Maraldo, possa mettere mano ai “danni ereditati dalla gestione della precedente della direttrice Natalini, il cui operato è stato nei fatti sconfessato dalla stessa Giunta regionale”.