Come annunciato qualche giorno fa, continuano le proteste dei sindacati nel Piceno per difendere e rivendicare i diritti dei lavoratori del comparto AST di Ascoli.
I sindacati l’avevano annunciato e ora l’hanno fatto. Qualche giorno fa infatti, c’era stata una grossa protesta dei sindacati in favore dei lavoratori AST che avevano addirittura annunciato 1500 cause in arrivo contro l’AST 5 di Ascoli Piceno.
Ora dalle semplici azioni legali si è passati alle azioni concrete: ieri davanti all’ospedale Mazzoni tantissime persone si sono riunite e hanno contestato le amministrazioni. Ecco cosa rivendicano e cosa è stato denunciato.
La protesta si è tenuta all’esterno dell’ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno. Qui si sono riuniti i lavoratori accompagnati dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil, Fials e Ugl salute. Inoltre, i rappresentanti del comparto AST di Ascoli hanno realizzato una bara di cartone e hanno inscenato un particolare funerale.
Quale? Quello dei diritti dei lavoratori. Infatti, i lavoratori e i sindacalisti si sono organizzati perché secondo loro in questi anni sono stati calpestati i diritti dei dipendenti. A dare più spiegazioni a questo proposito ci ha pensato Viola Rossi della Cgil.
Come riporta anche il giornale Il Resto del Carlino, la rappresentante Cgil ha dichiarato: “Visti gli impegni assunti, sia dal presidente Acquaroli, sia dall’assessore Saltamartini ci aspettavamo che con la nuova direzione dell’Ast avremmo risolto alcuni problemi fondamentali che se non saniamo non possiamo andare avanti”.
“La Natalini ci ha detto che tutto il pregresso non è di sua competenza, per cui, per quello che è successo prima dell’1 gennaio 2023, non ha alcun potere nel merito, ma che può farsi solo parte diligente affinché le cose vadano a buon fine. Questo lo contestiamo fortemente perché è la stessa normativa regionale a dire che tutto ciò che attiene al personale dipendente resta a capo all’Ast di pertinenza” così ha continuato la Rossi.
Ha parlato poi il coordinatore Rsu dell’AST di Ascoli, Paolo Grassi, che ha dichiarato: “Ci ritroviamo nuovamente a manifestare perché ancora ci sono problemi irrisolti. I lavoratori si trovano a lavorare con turni doppi, a saltare i riposi, a non poter usufruire delle ferie, e nello stesso tempo si vedono negati diritti sanciti dal Contratto collettivo nazionale.
Infine, Grassi ha detto: “I dipendenti vogliono solo che vengano rispettati i loro diritti, che sono tantissimi in questo caso, dai tempi di vestizione non riconosciuti da sei anni, al buono pasto, alle progressioni economiche ferme dal 2019, fino alla produttività che non viene pagata dal 2021. Ci troviamo in una situazione in cui si chiede al dipendente di dare qualcosa in più, ma quando si parla di diritti l’azienda fa un passo indietro”.