Nicoletta Natalini, direttrice dell’AST di Ascoli, ha parlato in merito all’emergenza sanitaria e ha svelato un piano per poter porre fine all’emergenza.
Si parla ancora di Sanità nel Piceno. Questa volta a intervenire sull’argomento ci ha pensato la direttrice dell’AST ovvero Nicoletta Natalini. La Natalini è da circa 3 mesi in questa posizione ma si è subito resa conto che c’è grande lavoro da fare.
Inoltre, sembra avere le idee chiare su cosa bisogna fare per poter rinforzare la sanità nel Piceno e dare ai cittadini dei servizi essenziali di ottima qualità. Ecco tutto quello che ha dichiarato al riguardo.
La direttrice Nicoletta Natalini ha parlato sulla questione sanità ad Ascoli e nel Piceno nel corso di un’intervista concessa al giornale Il Resto del Carlino. In quest’intervista, la dottoressa ha evidenziato alcuni punti salienti di ciò che intende fare per trovare una soluzione alle diverse criticità.
La Natalini ha affermato che, dopo aver ottenuto la carica di direttrice dell’AST, ha risolto subito un grave problema: “Il pagamento delle indennità ai lavoratori. Erano oltre tre anni che non prendevano le indennità aggiuntive che gli spettavano, e tenuto conto che uno ci conta sullo stipendio che è abituato a ricevere regolarmente, ho pensato che fosse uno dei temi principali su cui lavorare“.
La dottoressa ha anche chiarito la discordanza che ha con i sindacati che affermano che c’è carenza di infermieri nel Piceno: “Nel Piano del fabbisogno triennale di questa Ast c’è un numero di figure del personale del comparto rispetto al quale sto pagando quasi 120 stipendi in più. Non dico che sono troppi, ma di più del numero indicato nel piano del fabbisogno“.
Poi, la Natalini ha parlato anche delle liste d’attesa: “Il numero di sedute operatorie deve essere distribuito equamente tra le specialistiche. Ma le liste d’attesa hanno classi di priorità: se ho unità operative con pazienti con patologie che possono essere operate in 180 giorni devo dare più sale operatorie a chi ha pazienti che invece devono essere operati in 60 giorni“.
A ciò la dottoressa ha aggiunto: “In tutto questo gli anestesisti non sono aumentati, anche se abbiamo messo a disposizione, su indicazione regionale, una quota di denaro per pagare le sedute aggiuntive“.
Insomma, la direttrice dell’AST ha le idee chiare in merito a ciò che bisogna fare per riuscire a dare una scossa alla sanità nel Piceno. Non resta far altro che attendere eventuali accordi con gli organi politici e vedere in pratica come applicare tale soluzioni.