I sindacati, Cisl, Cgil e Uil, hanno protestato il 23 gennaio scorso contro la prefettura di Ancona che ha deciso di approvare la legge di bilancio 2024 in cui è presente la decurtazione dell’indennità di malattia per i marittimi
I sindacati della Filt Cgil, della Fit Cisl e della Uil Trasporti Marche, come riporta centropagina.it, hanno deciso di protestare sotto la sede della prefettura di Ancona.
“Riteniamo gravissima l’introduzione – sostengono i sindacati – di una simile norma e malgrado i nostri ripetuti appelli finalizzati alla sua totale cancellazione, non possiamo non evidenziare che questo atto denota un’assoluta mancanza di attenzione e di rispetto nei confronti di una categoria strategica, che opera in condizioni lavorative particolarmente complesse, molto spesso in ambiti lavorativi difficili, svolgendo lavori pesanti ed usuranti”.
I sindacati hanno spiegato come servirebbe sottolineare che i lavoratori marittimi, in caso di malattia grave, devono fare i conti con un recupero salariale già inadeguato a soddisfare determinate garanzie. Inoltre la stessa indennità non viene mai erogata con tempistiche precise.
I sindacati contro la Legge di Bilancio 2024
I sindacati, come si legge ancora su centropagina.it, hanno poi aggiunto: “Con l’attenzione rivolta anche a questo tema, è importante evidenziare che, allo scopo di dirimere tali problematiche, avevamo già chiesto ed ottenuto un incontro con la competente Direzione Centrale Nazionale dell’Inps, che si terrà il 30 gennaio. Al contempo è assolutamente necessario un ripensamento da parte del Governo che porti lo stesso esecutivo ad annullare un provvedimento che, oltre tutto, potrebbe arrivare a minare la salute sul lavoro dei marittimi”.
In tal senso Valeria Talevi, Filt Cgil Marche Ancona, ha spiegato come la decurtazione dal 75% al 60% non si fa più sulla media della retribuzione aa è stata attuata sul tabellare e sulla panatica. La CGIL infatti chiede che: “Tale norma vessatoria venga cancellata, visto che incide sulla contrattazione collettiva che è materia sindacale. Una riduzione che incide su salute e sicurezza dei lavoratori”.
La Fit Cisl Marche invece ha sottolineato: “Siamo in fase contrattuale dato che il contratto è scaduto, ci sono problemi irrisolti sul fronte nazionale e internazionale legati a guerra e pirateria. Questa è un’attività usurante che ancora oggi non è riconosciuta come tale. Il taglio crea ancora più precarietà in questo mondo già difficile di per sé, a cui vi è scarsa accessibilità per questioni di formazione, retribuzione e tutele dei diritti”.