MONTEPRANDONE – E’ rivolto ai bimbi dai 3 anni fino ai ragazzi delle medie, il progetto dell’associazione “C’era una volta di Monteprandone”, dal titolo “E adesso basta. Sensibilizzazione al bullismo e alla ludopatia”. E’ finanziato dalla Regione Marche, e patrocinato dal comune di Monteprandone, in continuità con il lavoro svolto sinora dalla realtà, puntando l’attenzione su un percorso itinerante, alla scoperta del significato e del senso vero della “Libertà e del Coraggio” collegati al bullismo.
Alla presentazione del progetto, con la presidente Celia Cristina Spotorno erano presenti il Consigliere Regionale Fabio Urbinati, l’Assessore al Bilancio del Comune di Monteprandone Gianpietro Vallorani e la Fiduciaria dell’Isc Nord Paola Bartolozzi.
“Itinerante perché è estremamente adattabile alle varie circostanze e può assumere varie forme con varie attività: può essere fatto a scuola, proposto agli utenti dell’associazione, a centri estivi, e anche con lezioni online e in tante altre situazioni. Il fulcro principale del progetto è la sensibilizzazione al bullismo e alla ludopatia. C’era una volta asd, con Training motori, prove Teatrali e un percorso di Cooperazione, di Lavoro Comune, di Meraviglia e di Gentilezza, vuole trasmettere dei messaggi, perché è solo attraverso la consapevolezza e la presa di coscienza al livello emotivo ed empatico che si riesce quantomeno a guardare in faccia questi temi così delicati. Sul sito del Ministero della Salute, – afferma Clelia Cristina Spotorno, presidente della C’era una volta – si legge che la ludopatia è l’incapacità di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o di fare scommesse, nonostante l’individuo che ne è affetto sia consapevole che questo possa portare a gravi conseguenze. Negli ultimi anni il gioco d’azzardo è divenuto una vera e propria piaga sociale ed è stato necessario l’intervento delle Istituzioni per regolamentare i requisiti di chi può accedere al gioco e in che modo. La sensibilizzazione a questo tema è il nostro scopo,che parte anche dall’idea di indottrinare le nuove generazioni al” fare” inteso come sentirsi protagonisti delle proprie scelte, ma soprattutto essere protagonisti del proprio tempo non diventare solo fruitori di un qualcosa che è da vedere o sentire, come video giochi,tv. Inoltre l’importanza dello scambio dato dai rapporti umani, e l’importanza di seguire delle passioni o di appassionarsi a qualcosa ,come, ad esempio il teatro. Infine, l’importanza di svolgere attività fisica che mette in opera sia il fisico che la mente”, conclude Clelia Cristina Spotorno.