SAN BENEDETTO – Le notizie che ci arrivano da quel di Ascoli sono allarmanti e il comitato ritiene di pronunciarsi in modo molto deciso. Come sapete due giorni or sono avevamo preannunciato una nota sulla questione covid picena. Poi sono uscite in serata le notizie a mezzo stampa sulla riunione tra dirigenti e medici insieme alla storti e abbiamo deciso di desistere. Vi allego tra poco la nota cui mi riferisco .
[17/10, 23:42] Rosaria Falco: Sembra però che le direttive della dott.ssa Storti di aprire tempestivamente i famosi 15-20 posti letto per le degenze covid ordinarie non vogliano in alcun modo essere attuate. Le attrezzature, donate per il covid e mai utilizzate per la loro finalità, sono sparse per i vari reparti del Mazzoni, non è pronto nulla è per 6 mesi non è stato fatto assolutamente nulla, neanche le scorte di reagenti in magazzino, eppure da maggio non diciamo altro. Con la scusante della carenza di personale continuano a tergiversare, nonostante le direttive della stessa dott.ssa Sansoni di preparare ed aprire il reparto. Sembra che qualcuno pensi di ripetere la bravata dello scorso marzo e di scaricare tutto, intensivi ed ordinari, sul nostro ospedale, chiudendolo all’attività ordinaria. Diciamo subito che siamo pronti ad andare tutti in fila ed in mascherina in procura, si profilano diverse gravi inadempienze, inefficienze e negligenze, oltre a considerevoli pericoli per la salute pubblica. Avvisiamo che, se tali attendibili voci rispondono al vero, questa volta nessuno dei responsabili ne uscirà indenne, devono attendersi una rivolta che non finirà finché non li avranno defenestrati dal primo all’ultimo, compresi coloro tra i sanitari che si metteranno in malattia fraudolentemente e quelli che pensano che il giuramento di Ippocrate sia una buffonata. Senza considerare le conseguenze degli eventuali inadempimenti agli ordini delle autorità superiori e preposte. Speriamo di essere stati chiari, non si scherza più.
Sembra che in ospedale ad Ascoli abbia avuto luogo una riunione alquanto vivace tra tutti i dirigenti della sanità di AV5, i medici e anche la dott.ssa Storti, direttore generale dell’ASUR, che starebbe verificando personalmente la situazione del Covid in ogni area vasta. Si sarebbe discusso, naturalmente, dell’emergenza Covid e dei numeri in crescita dei positivi rilevati, ed anche del reparto di malattie infettive, tante volte annunciato e pubblicizzato ma che, per fortuna, non mai ha ospitato un solo positivo dopo l’incompleta riapertura del Madonna del Soccorso alle normali attività. Pare che l’attivazione di questi 15 posti letto, che originariamente in verità erano 20 come apparso più volte sulla stampa già nel marzo scorso, nonostante prevista dalla delibera 523 approvata il 5 maggio scorso dalla Giunta regionale che organizza le strutture ospedaliere per l’emergenza Covid, abbia incontrato la forte opposizione da parte di vari medici sia per problemi di organizzazione del reparto stesso che per la mancanza di personale. Noi non disponiamo di elementi certi per poter affermare che il reparto non sia pronto, ma nell’incontro in commissione sanità dello scorso agosto questi problemi non erano stati minimamente evidenziati. A questo punto ci chiediamo se è vero che il Pronto Soccorso di Ascoli quando un paziente positivo al Covid necessita di ricovero lo invia al Pronto Soccorso di San Benedetto che deve accollarsi l’impegno di inviarlo ad un altro ospedale. Noi non lo crediamo affatto ma sarebbe opportuno che la dirigenza sanitaria smentisse queste ripetute voci malevoli.
Ci dicono che la dott.ssa Storti non avrebbe assecondato questo ostinato ostruzionismo, anzi avrebbe preteso di preparare e far partire l’operatività di questi posti letto, che si prospettano come indispensabili, considerato che i posti del reparto di malattie infettive di Fermo sono ormai saturi, e che quelli si Ascoli vanno utilizzati obbligatoriamente, essendo previsti nel piano di emergenza della Regione, come appunto scritto nella richiamata delibera. Non possiamo e non vogliamo certo pensare che qualcuno sperasse di chiudere ancora una volta il Madonna del Soccorso dedicando di nuovo sia l’intera terapia intensiva che i reparti ai malati Covid, per mantenere ancora indenne la struttura ascolana dalla presenza e dalla cura di positivi in degenza ordinaria, seppure in una struttura separata e quindi perfettamente sicura. Ma gli ultimi fatti riportati dalla stampa hanno dimostrato che ormai nessuno può pretendere di essere al sicuro. Anche il sindaco, informato di tale rischio, è intervenuto direttamente. È proprio il caso di ripetere: “attendiamo fiduciosi”.
Il Comitato Salviamo il Madonna del Soccorso.
Dott. Nicola Baiocchi
Cons. Rosaria Falco