“Una “decisa accelerazione” sul completamento del progetto di Banda ultra larga (Bul) nelle Marche. L’obiettivo è quello di cablare, nel 2021, altri 136 comuni su 217 totali.”
È quanto ha chiesto oggi pomeriggio il vicepresidente Mirco Carloni, assessore alla Digitalizzazione che ha incontrato, da remoto, il direttore generale Salvatore Lombardo di Infratel (società in-house del ministero Sviluppo economico) e l’amministratore delegato Elisabetta Ripa di Open Fiber, soggetti attuatori del Piano nazionale Bul. Il confronto, definito da Carloni “molto positivo e foriero di grandi risultati”, è servito a delineare il programma completo del Piano, con tempi certi per la sua conclusione.
“È una richiesta forte e una necessità urgente che provengono dai territori, che non può ulteriormente essere disattesa – riferisce Carloni – È anche uno degli impegni che la nuova Giunta regionale si è imposta e che sto portando avanti con decisione, perché non era tollerabile che, nel corso del 2019, un solo comune, tra tutti quelli interessati, fosse stato cablato. Già al 15 febbraio eravamo a 45 comuni serviti. Ora si deve procedere con rinnovata convinzione e accelerazione”. Carloni ha anche anticipato che, su questo tema, la Giunta regionale si confronterà con i sindaci, i cittadini e le imprese. È in programma una conferenza stampa per il prossimo 24 febbraio nella quale verranno presentati i risultati di questa prima fase del progetto. Contemporaneamente verrà aperto un tavolo di confronto con Infratel e Open Fiber per garantire la completa copertura delle aree produttive e industriali delle Marche, anche in vista dei prossimi interventi mirati previsti nell’ambito della diffusione della banda ultra larga.
Il vicepresidente Carloni ha poi anticipato l’avvio di un progetto di digitalizzazione delle attività industriali, in collaborazione con la Camera di commercio. “Vogliamo realizzare un network digitale, partendo dalla georeferenziazione delle imprese, con altre informazioni che potranno essere fornite dalle attività interessate, come le presenze social e le certificazioni dei prodotti. In questo modo intendiamo colmare una grave carenza informativa relativa al nostro sistema produttivo e favorire, attraverso interazioni digitali, la conoscenza nel mondo globale del nostro micro tessuto produttivo”.