Popolo della Famiglia contro l’assegno unico familiare. Quaglietti: “Mancetta elettorale assistenzialista, un’azione che invita a percepire meno reddito”

“ E’ fondamentale che l’assegno unico familiare sia collegato al quoziente familiare. Non si può dare una mancia a pochi cittadini, togliendo dal 15 al 30% delle detrazioni a tutti i lavoratori dipendenti.”

Lo affermo il Coordinatore provinciale di Ascoli del “Popolo della Famiglia”, Andrea Quaglietti.

La riforma sugli assegni familiari è stata di recente varata dal Parlamento ma mancano ancora i decreti attuativi, che devono essere varati entro il mese di luglio.
“Considerano uno stipendio medio di 1500 euro – ricorda Quaglietti – un lavoratore con tre figli a carico rischia di perdere il 30% del proprio reddito, in forma di mancate detrazioni e bonus,
tutte azzerate. Non si può non tener conto delle spese che ogni famiglia o coppia ha già messo in cantiere per i propri figli, togliendo tutto improvvisamente, per distribuire una manciata
assistenziale generica ad una platea più vasta. Il Parlamento – continua Quaglietti – deve inserire una clausola di salvaguardia nei decreti attuativi che tuteli le famiglie più numerose.”

Per il Popolo della Famiglia è importante che ci sia equità e giustizia, ma non a scapito solo di una parte della società. “In questo modo – sostiene il coordinatore provinciale del movimento PDF – si rischia di aumentare la povertà di tanti nuclei familiari, senza di certo migliorare la situazione economica delle partite iva o dei lavoratori autonomi. Non si può fare cassa sulle spalle dei
lavoratori.”
La questione è anche dove si andranno a prelevare gli 8 miliardi di euro previsti per attuare la riforma.
Per Andrea Brenna, segretario nazionale del Popolo della Famiglia,  “l’assegno unico universale è una mancetta elettorale assistenzialista da 50 euro in media per figlio ( non da 250 euro come raccontano). E poi rappresenta un’azione che invita a percepire meno reddito, perché premia chi lavora di meno agendo all’opposto dello stimolo prodotto dal quoziente familiare che invece incentiva i cittadini a generare più reddito e figli. L’assegno unico è un primo passo nella direzione opposta a quella necessaria, cioè a quella del quoziente familiare con particolare attenzione alla famiglia monoreddito. “

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