L’anno di pandemia appena trascorso, con i vari divieti ministeriali inerenti gli spostamenti per il selezione e controllo dei cinghiali e dei selvatici in generale, ha portato un pesantissimo bilancio sulle presenze e sui danni provocati dagli animali selvatici all’agricoltura marchigiana. Sono stati numerosissimi, infatti, gli interventi di Coldiretti nel periodo pandemico per chiedere chiarimenti in merito agli organi istituzionali e per far ripartire periodicamente i controlli degli animali selvatici che scorrazzavano liberi nei campi in numero sempre più elevato. Fortunatamente, sfruttando la DGR 1469/2018, si è potuto intervenire nei fondi direttamente, se in possesso di licenza di caccia, o tramite selezionatori di fiducia, andando a limitare parzialmente i danni. Grazie anche alla DGR 670/2019 si è riusciti, in tempi relativamente brevi, ad avere il risarcimento dei danni subiti in tempi ragionevoli, andando a mitigare le problematiche sorte. La cosa certa, però, è che oggi si è creato ancor di più uno squilibrio nell’ecosistema molto importante che va assolutamente riportato verso quelle che sono le dinamiche naturali. È sempre più frequente, infatti, notare orde di cinghiali addirittura nei centri urbani e, non ultimo, l’avvistamento di lupi nelle aziende anche a pochi passi da persone e bambini. Per non parlare dei piccioni, ormai riprodottisi a dismisura, che invadono i campi a migliaia andando ad annullare qualsiasi semina di prodotti agroalimentari, vero grande problema di alcune aree della regione. “È arrivato il momento di tirare una linea – commenta il direttore regionale di Coldiretti Marche Alberto Frau – e di riportare il paesaggio ed il territorio in equilibrio, o assisteremo a situazioni sempre peggiori. I nostri agricoltori sono letteralmente assediati dalla presenza dei piccioni che distruggono totalmente le semine, andando ad aumentare consistentemente i danni che poi gli Atc devono risarcire. Sui piccioni – continua Frau – serve un’azione coesa tra Regione, agricoltori e cacciatori per eradicare il problema che crea danno a tutti indistintamente. Per ciò che concerne gli ungulati selvatici, il problema è ormai sotto gli occhi di tutti, la gente ha paura in città per i continui avvistamenti nei centri urbani anche sotto casa e la popolazione di cinghiali presente è incontrollata e sbilanciata; serve una presa di coscienza forte e serve ripristinare una regia regionale importante su tutto il territorio affinché non continuino a coesistere gestioni personalizzate e differenti, che non portano e non hanno portato fino ad ora alcun risultato apprezzabile; gli agricoltori sono pronti a fare la loro parte, ma anche a far sentire la loro voce in modo pesantissimo se le cose non cambieranno e non verranno tutelate le produzioni agroalimentari della regione Marche”.