Grande risposta in termini di partecipazione e di progettualità alla sfida del Contratto Istituzionale di Sviluppo area Sisma volto a dare la prima concreta occasione di ripresa economica e sviluppo ad un territorio che per troppo tempo era stato dimenticato. La Regione Marche nelle ultime settimane si era resa protagonista di una forte azione di stimolo nei confronti degli amministratori locali del cratere affinché alla ricostruzione fisica si abbinasse anche una strategia di sviluppo socio-economico dell’area sisma.
“La grande partecipazione dei Comuni – ha affermato il presidente Acquaroli – testimonia la voglia di ripartenza delle comunità e il grande lavoro svolto per attivare quelle leve strategiche per far tornare competitivi e più vitali i territori duramente colpiti dal sisma. Le politiche regionali che stiamo mettendo in campo intendono focalizzare gli interventi sulle aree interne e sulle aree del terremoto, con l’obiettivo di invertire la tendenza di spopolamento e diventare attrattive per i giovani, offrendo lavoro, servizi ed una qualità della vita elevata. Il metodo seguito ha premiato, evidenziando come la vicinanza ai territori sia sempre più strategica per concertare insieme il futuro della nostra regione”.
Sono infatti ben 130 i progetti pervenuti in Regione Marche presso il Nucleo di Valutazione, Coordinamento e Assistenza Tecnica costituito con DGR 866/2021, per un valore complessivo che supera i 900 milioni di progettazioni confermano la grande risposta delle comunità locali. Si è, dunque, sviluppato un dialogo multilivello che, grazie alla forte volontà del presidente Acquaroli e dell’amministrazione regionale nella condivisione di obiettivi e strategie a medio e lungo termine, ha moltiplicato le potenzialità strategiche che la Regione intende riservare all’area del sisma, che rappresenta circa il 40% del territorio regionale.
“Nonostante un periodo difficile dato sia dalla pandemia che dal forte impegno che gli Enti locali stanno mettendo nell’attività di ricostruzione, – ha commentato l’assessore alla Ricostruzione Guido Castelli – si è visto un incredibile fermento che ha generato progettazioni estremamente interessanti e, quel che è più importante, sviluppate in rete tra Comuni. Si tratta di un grande “parco progetti”; una ricchezza che la Regione ha in dote e che potrà essere ammesso a finanziamento anche sulla base del PNRR, sia quello Italia che relativamente al fondo complementare del PNRR (1,780 miliardi di euro destinato alle aree dell’Appennino Centrale colpite dai terremoti 2016 e 2009). In definitiva: se il CIS, per dimensioni economiche, potrà coprire solo una parte delle progettualità proposte, attraverso gli altri strumenti è intenzione della Regione dare la più ampia copertura alle istanze di comuni. Non avrebbe senso la ricostruzione fisica se non fosse abbinata alla rigenerazione socio-economica del cratere”.
Il Nucleo di Valutazione, Coordinamento e Assistenza Tecnica ha esaminato tutte le proposte seguendo i criteri generali e le modalità di valutazione stabiliti con DGR n. 866 del 06.07.2021 e, valutandoli tutti idonei al finanziamento, li ha trasmessi nei termini previsti ad Invitalia, all’Agenzia per la coesione territoriale e al Commissario per la Ricostruzione Legnini, avendo avuto cura di suddividerli negli ambiti di intervento indicati dal Ministero del Sud e della coesione.
Si ricorda infatti che il Cis ha a disposizione 100 milioni di euro stanziati dalla legge di bilancio e 60 milioni di euro provenienti dalla contabilità speciale del commissario da distribuire tra le regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. A questi potrebbero affiancarsi altri strumenti, sempre destinati al Centro Italia, come i 50 milioni frutto dei risparmi della Camera dei deputati affidati alla cabina di regia di Palazzo Chigi.