Sabato 4 settembre alle ore 17 a Tronzano si terra l’incontro pubblico “Terremoti e aree fragili, quale ricostruzione?” all’interno del Fluvione Film Festival.
𝐿𝑎 𝑟𝑖𝑒𝑑𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑝𝑢𝑏𝑏𝑙𝑖𝑐𝑎 𝑒 𝑝𝑟𝑖𝑣𝑎𝑡𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑐𝑜𝑠𝑡𝑟𝑢𝑖𝑡𝑜 𝑡𝑒𝑟𝑟𝑒𝑚𝑜𝑡𝑎𝑡𝑜: 𝑡𝑟𝑎 𝑐𝑟𝑖𝑡𝑖𝑐𝑖𝑡𝑎̀ 𝑑𝑒𝑙 𝑚𝑜𝑑𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑝𝑟𝑜𝑝𝑟𝑖𝑒𝑡𝑎𝑟𝑖𝑜 𝑒 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑒𝑝𝑖𝑧𝑧𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑖 𝑏𝑜𝑟𝑔ℎ𝑖. Questo il tema del dibattito che indaga il modello della ricostruzione nel Centro Italia.
Interverranno Giovanni Legnini, Commissario Straordinario Ricostruzione Sisma 2016; Sara Caramaschi (GSSI) autrice di “Ricomporre i divari (2021), Il Mulino”; Marco Fars, esperienza Coordinamento Comitati Terremoto Centroitalia; ActionAid Italia (curatori di “Sicuri per Davvero”); Arch. David Gori (Arking – Collespada); modera Linda Cittadini, giornalista e curatrice di Sibilla, le voci della ricostruzione.
“Dopo cinque anni e quattro commissari, la situazione dei cantieri della ricostruzione ha subìto una notevole accelerazione soprattutto grazie alla svolta impressa dalla struttura commissariale. – fa sapere il gruppo di ricerca Emidio di Treviri- Finiti gli anni della conflittualità tra comitati e istituzioni governative, nonchè tra i vari livelli di governance, la macchina sembra finalmente pacificata e spedita verso la direzione della risolutezza.
È possibile quindi aprire una discussione che superi la contingenza delle responsabilità sui ritardi, sull’inefficienza etc. per affrontare i nodi della ricostruzione pubblica del patrimonio privato. A partire dai dati sullo spopolamento (mancati rientri dei terremotati), sull’invecchiamento (ritorno soprattutto dei grandi anziani) e sulla stagnazione economica ordinaria (concentrazione delle economie stagionali e pendolarismo), è possibile cominciare a interrogare il modello italiano della ricostruzione nelle aree fragili. L’impegno economico collettivo è funzionale ad un progetto sostenibile per il cratere terremotato? È efficace il risarcimento totale dei danneggiati per il ripristino della vita nei territori feriti? Quali sono le categorie e i gruppi sociali coinvolti e quali quelli assenti nella definizione dell’architettura di governance? Le categorie di residenzialità sono rappresentative dell’abitare contemporaneo la montagna? 𝐴 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑖𝑟𝑒 𝑑𝑎 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑟𝑜𝑔𝑎𝑡𝑖𝑣𝑖 𝑣𝑜𝑔𝑙𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑎𝑝𝑟𝑖𝑟𝑒 𝑢𝑛 𝑐𝑜𝑛𝑓𝑟𝑜𝑛𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑟𝑖𝑏𝑢𝑖𝑟𝑒 𝑎 𝑢𝑛 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑎𝑚𝑝𝑖𝑜 𝑟𝑎𝑔𝑖𝑜𝑛𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑠𝑢𝑙 𝑚𝑜𝑑𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑑𝑖 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑠𝑡𝑟𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑝𝑜𝑠𝑡-𝑠𝑖𝑠𝑚𝑎 𝑡𝑟𝑎 𝑣𝑒𝑐𝑐ℎ𝑖𝑒 𝑒 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑒 𝑑𝑖𝑠𝑢𝑔𝑢𝑎𝑔𝑙𝑖𝑎𝑛𝑧𝑒 𝑒 𝑠𝑞𝑢𝑖𝑙𝑖𝑏𝑟𝑖 𝑠𝑜𝑐𝑖𝑜-𝑎𝑚𝑏𝑖𝑒𝑛𝑡𝑎𝑙𝑖.”