“Qui ad Ascoli – ha detto– la situazione è anche peggiore con 224,4 anziani ogni 100 giovani. Tra le persone registriamo l’ansia del cambiamento di quanti temono di dover andare in pensione con condizioni peggiorative rispetto a quelle del passato. È, dunque, importante stabilizzare il sistema”.
Sono i dati snocciolati da Claudia Mazzucchelli, segretaria generale Uil Marche nel corso del convegno “La Previdenza Futura: Flessibilità d’Accesso, Rivalutazione delle Pensioni, Sostenibilità del Sistema” che si è tenuto questa mattina ad Ascoli alla presenza di Domenico Proietti, segretario nazionale Uil, e Carmelo Barbagallo, segretario generale Uil Pensionati. Proietti – “Quello previdenziale è uno dei grandi temi nazionali dove una flessibilità in uscita è necessaria come strumento di ristrutturazione dei siti produttivi delle aziende e contemporaneamente occorre intervenire sulle pensioni in essere perché le pensioni italiane non sono rivalutate da oltre 10 anni”.
Secondo Barbagallo “in Italia non si fanno figli perché non ci sono servizi per sostenere la maternità. Dobbiamo stipulare un Patto per il Paese come era stato presentato nel 2019 prima della pandemia: valorizzazione degli anziani, dare risposte ai giovani e alle donne. Noi facciamo la nostra parte ma il Governo deve dare risposte al Paese”.
Nelle Marche ci sono 208 anziani ogni 100 giovani e l’indice di vecchiaia è aumentato nel tempo. Basti pensare che 20 anni fa l’indice era di 168,4. Questi dati, uniti a un tasso di fecondità delle Marche al 1,19, più basso del già misero 1,27 italiano. A Palazzo dei Capitani anche Francesco Orazi, docente di sociologia economica all’Università Politecnica delle Marche, e il direttore regionale Inps Antonello Crudo. Secondo la Uil è necessario invertire la rotta dando stabilità al sistema ma puntando anche su politiche di natalità. “Mentre in Italia si punta sulla famiglia – ha evidenziato il prof Orazi – in Francia dove la natalità è in ripresa, si punta sulla maternità. Ad esempio una ragazza madre francese sarà accompagnata per i primi 4/5 anni di vita, in Italia è il secondo parametro di povertà relativa. Occorrono policy appropriate per risollevare il declino demografico”. Per il direttore Crudo “in un sistema previdenziale come il nostro necessità di un rapporto equilibrato tra nascite e pensionati, soprattutto per evitare di spostare troppo in avanti l’età di accesso al pensionamento e soprattutto non possono essere discriminanti nei calcoli l’entità della pensione”.