GROTTAMMARE – Accogliendo l’istanza della onlus Rio de Oro di un ausilio finanziario finalizzato all’invio di beni di sostentamento nelle tendopoli del deserto algerino, il Comune di Grottammare rinnova l’amicizia al Popolo Saharawi.
L’iniziativa rompe il silenzio sulle sorti dei profughi saharawi e dei loro bambini, assenti ormai da due anni dall’estate grottammarese, causa pandemia che blocca i confini internazionali.
Da più di 20 anni (risale al 1999, l’avvio della vicinanza concreta del comune al Popolo Saharawi) ), il comune di Grottammare sostiene un progetto di cure e accoglienza sanitaria rivolta ai minori, accogliendo nei mesi di luglio e agosto gruppi di bambini con gravi disabilità e patologie, non curabili negli ospedali da campo allestiti dalle organizzazioni umanitarie nel deserto in cui il Popolo Saharawi vive da quasi 50 anni, in attesa di una terra in cui tornare.
Il progetto è gestito da sempre dall’Associazione Regionale di Solidarietà con il Popolo Saharawi “Rio de Oro” Onlus.
Il riconoscimento di un contributo di € 1.000 ribadisce la volontà dell’Amministrazione di proseguire la collaborazione con la onlus di Servigliano, non appena sarà possibile riattivare uno dei progetti di solidarietà più sentiti dalla cittadinanza.
“Non potevamo non ascoltare la richiesta di sostegno da parte dell’associazione Rio de Oro che da anni ci aiuta a portare avanti il Patto di Amicizia con il Popolo Saharawi – dichiarano il sindaco Enrico Piergallini e il consigliere Stefano Novelli -. Non potevamo non accoglierla soprattutto in un anno in cui siamo stati nuovamente costretti a rinunciare alla tradizionale cena dedicata al Popolo Saharawi, grazie alla quale siamo sempre riusciti a raccogliere fondi per sostenere il progetto. Speriamo che nel 2022 sia possibile riprendere finalmente questa tradizione di solidarietà cittadina”.
Una cena, appunto, che si rinnova da anni, (nella foto l’ultima, risalente al 2019) riscontrando una grande sensibilità da parte di quanti decidono di partecipare e di quanti decidono di mettersi in gioco, donando o cercando doni per la tradizionale pesca di beneficenza, il cui ricavato, oltre a quello del costo della cena stessa, è destinato proprio al Popolo Saharawi, ai profughi, ai bambini che ogni anno trascorrono l’estate a Grottammare.