Pescara del Tronto, De Angelis:”Ora finalmente è stata tracciata una via per la ricostruzione”

“Dov’era, com’era”, “Non si ricostruirà dov’era ma dovrà essere delocalizzata”. Sono stati tanti i destini ai quali Pescara del Tronto e la sua ricostruzione sembravano dovessero arrendersi. A sei anni di distanza dal sisma 2016, che ha raso al suolo il paese arquatano, causando la perdita di 53 persone, finalmente si è concretizzato il progetto. Pescara del Tronto rinascerà nella parte a nord che costeggia il vecchio perimetro del paese per la maggior parte degli edifici, e una parte sarà delocalizzata nella frazione di Piedilama. Tutti i proprietari, i residenti e non, chiedono a gran voce che questo passaggio sia lo stimolo per fare meglio, per accelerare, per far sì che si ricostruisca davvero e lo si faccia in tempi ragionevoli, che finora sembrano essere l’unico tassello più incerto.

“Dopo aver superato il pensiero “non si può ricostruire“, dominante fino all’arrivo dei pianificatori, è arrivata l’adozione dei Piani, grande passo in avanti per tutte le frazioni perimetrate”. A spiegarci il sentimento dei pescaresi, Francesco De Angelis, vicepresidente dell’Associazione “Pescara del Tronto 24/08/2016 Onlus” e consigliere comunale di Arquata.

“Prima si diceva che non poteva esser ricostruito nulla, ma lo si diceva sulla base di un sentore avuto subito dopo la tragedia, non su evidenze tecniche. Il percorso è stato fatto, le persone sono state interpellate e i siti scelti per la ricostruzione sono quelli che hanno ricevuto la maggioranza delle preferenze. Non sono mancate le polemiche e le discussioni, il tema ovviamente meritava anche questo. Ma ora finalmente è stata tracciata una via per la ricostruzione. Questo è un punto importante, la maggioranza ha scelto così e il sito individuato è sicuro, precondizione di tutti per poter ricostruire.”

“Sono state da subito evidenziate situazioni delicate da gestire e i pianificatori hanno avuto il coraggio di farlo. Non un nuovo insediamento, ma la revisione di quello che era il borgo originale. Nuovi insediamenti non hanno quasi mai avuto successo nei post-terremoto e andavano evitati. Ora si ha la base per poter andare avanti, così come per tutte le altre frazioni di Arquata e altri posti nel Cratere. Questa non era una cosa scontata e rischiavamo di avere una ricostruzione a più velocità. Certo il percorso è ancora molto lungo, per le tante opere da realizzare. Va fatto un ringraziamento a tutti i pianificatori e al Commissario per averci creduto e non aver abbandonato una situazione particolare come quella di Pescara e le altre frazioni perimetrate all’interno del cratere.”

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