“Siamo contenti per i cugini umbri. Ma è mai possibile che questa nostra
benedetta terra terremotata non se la fili mai nessuno?”.
È il commento della Lega del Piceno tramite gli esponenti Andrea Antonini,
Commissario Provinciale, e dell’Onorevole Giorgia Latini alla notizia che nel
Decreto Rilancio 2 del Governo (ex Decreto Agosto)è stata inserita, tra le regioni
beneficiarie del Bonus Sud, anche l’Umbria, escludendo ancora una volta le
Marche.
Il ‘Bonus Sud’ contenuto nel Decreto (art. 27) prevede, infatti, misure di sostegno
economico alle aziende pari al 30% della contribuzione complessiva dei lavoratori,
sia neoassunti che già in forza, per il periodo dal 1 ottobre al 31 dicembre. Le
regioni beneficiarie perché considerate svantaggiate sono Sicilia, Sardegna,
Calabria, Campania Puglia, Molise, Basilicata, Abruzzo e, dopo la relazione
tecnica al provvedimento pubblicata nelle ultime ore, appunto l’Umbria.
E così, dopo le parole del Commissario regionale Riccardo Augusto Marchetti, che
aveva parlato di decisione “scellerata di un governo irresponsabile, capace di
favorire una zona e inevitabilmente danneggiarne un’altra”, ecco l’intervento dei
due membri ascolani del partito.
“Detto che stupisce come, a differenza delle Marche, i nostri amici umbri rientrino
in un pacchetto di misure destinate al Meridione – afferma la Latini -, ciò che
meraviglia è ancora una volta la mancata considerazione della nostra terra, in particolare delle zone colpite dal terremoto del 2016, già abbandonate dalla vergognosa ‘non’ ricostruzione”.
“Sappiamo che la norma individua le regioni in
base a dei parametri precisi che dimostrano lo stato di difficoltà economica, come il Pil pro capite e il tasso di occupazione – sono le parole di Antonini-, ma è mai possibile che per un motivo o per l’altro questa benedetta nostra terra terremotata non se la fili mai nessuno? Eppure il sisma ha aggravato la crisi di una
zona già in depressione, senza dimenticare il Covid.
Cosa serve per dimostrare che siamo un territorio bisognoso d’attenzione?
Non siamo invidiosi, anzi siamo contenti per i cugini umbri. Ma quanto avrebbero fatto comodo sgravi così importanti per passati e futuri insediamenti produttivi nella nostra provincia?”.
Entrambi gli esponenti, poi, avvertono poi su una delle possibili ripercussioni dovute
all’applicazione del Decreto: “Dopo il danno del mancato beneficio ecco la beffa: se questo è il criterio per individuare le regioni in crisi, quante aziende locali, soprattutto del Piceno, trasferiranno la propria sede fuori confine per ottenere gli sgravi?”.
Infine, la presa d’atto del silenzio da parte della Regione Marche:
“Ovviamente da Ancona tutto tace ancora una volta. Eppure ci sono anche loro al Governo”.