Mario Piccinocchi ricorderà per sempre questo periodo di emergenza e non soltanto per la situazione di grave difficoltà in cui versa il Milanese (Mario è di Cornaredo), ma anche perché il centrocampista bianconero – come riportato.dal sito societario – avrebbe dovuto convolare a nozze il prossimo 11 giugno.
Mario, ci racconti meglio: quando ha rinviato le nozze?
“Da poco perché a febbraio, quando è iniziata l’emergenza coronavirus, io e Beatrice, la mia fidanzata, credevamo che per giugno la situazione potesse migliorare e quindi abbiamo continuato a organizzare il matrimonio. Avevamo in programma una cerimonia civile in una villa di Stezzano, in provincia di Bergamo, ma, quando ci hanno chiamati per rinviare tutto, è stata una grande delusione. Avevamo tutto pronto, anche le fedi con la data incisa, il viaggio di nozze in Giappone. Ora dovremo scegliere un’altra data, ma bisogna attendere che ci sia maggiore chiarezza sulla ripresa o meno dei campionati”.
Dovrà fare un’altra proposta di matrimonio.
“La proposta l’avevo già fatta a maggio scorso, eravamo a Lugano, il campionato era terminato e stavamo per rientrare a Milano (Beatrice è di Rozzano): le ho fatto trovare la casa piena di fiori, palloncini e candele, aspettava da tanto la proposta. Ora dovrò inventarmi qualcos’altro. Stiamo valutando anche l’ipotesi di sposarci qui, rinviando la festa in un altro periodo. Vedremo”.
Siete nella vostra abitazione di Porto D’Ascoli mentre le famiglie sono a Milano, dove la situazione è preoccupante.
“Sì, siamo a casa da più di un mese con i gatti Miso e Malè, mentre i genitori sono a Cornaredo e Rozzano. Da gennaio non li vediamo e lì la situazione è più grave e dura rispetto a qui; da quanto ci raccontano, a Milano si avverte maggiormente la paura. La cosa che ci fa stare tranquilli è sapere che sia loro che noi stiamo bene”.
Come trascorrete le giornate di isolamento?
“Diciamo che in casa sono abbastanza partecipe, porto fuori la spazzatura, do una mano coi gatti, passo l’aspirapolvere, mentre in cucina non sono granché. Nel pomeriggio mi dedico all’allenamento; di materiale ne ho poco, ma sto cercando di fare il massimo con quello che ho a disposizione: il condominio ha un parcheggio abbastanza grande che utilizzo per correre, altri esercizi li svolgo sul balcone”.
Ci sono tante ipotesi in questo momento sulla ripresa dei campionati. Qual è il suo pensiero?
“Sono convinto che cercare tante soluzioni sia utile per non farsi trovare impreparati. Pensare ora al calcio è veramente difficile, ma noi calciatori ci faremo trovare pronti, qualunque sarà la decisione finale; l’importante è riprendere a lavorare nel modo più sicuro possibile”.
Cosa le manca di più del calcio?
“L’allenamento e il giocare a calcio mancano tanto. In condizioni normali hai meno modo di goderti certe sensazioni, un po’ per la fatica e la tensione della partita, ma in questo momento dico che sento la mancanza di tutto questo. Coi compagni ci sentiamo, un po’ per stare in contatto e farci qualche risata. Speriamo di tornare presto a giocare perché vorrà dire che la situazione è migliorata”.
Cosa pensa del momento che sta attraversando il mondo del calcio?
“Credo che nella prossima stagione ci sarà un ridimensionamento economico, sarà inevitabile; per quanto riguarda la stagione in corso credo che sia ancora tutto in ballo e le parti in causa dovranno fare un passo l’una verso l’altra. L’emergenza mondiale che stiamo vivendo deve indurre ciascuno ad avere un po’ di buon senso e spirito di aiuto reciproco”.
Volendo guardare il bicchiere mezzo pieno, crede che questa emergenza sia stata utile per riflettere?
“Spero davvero di sì, è quello che ho cercato di fare io, a me questa esperienza è servita per rendermi conto delle cose importanti della vita. Una volta tornati alla normalità sarà utile non dimenticarsi degli insegnamenti di questo periodo. Quando ogni due settimane esco per fare spesa penso ‘quanto è bello guidare’, una cosa che fino a qualche settimana fa era assolutamente normale”.