
“Gli Ultimi Guerrieri. Viaggio nelle Riserve Indiane” ha un impatto di denuncia a sostegno dell’ambiente e dei diritti umani, e la autrice si schiera con decisione a favore degli Indiani d’America e contro il sistema consumistico e capitalistico occidentale che sfrutta le etnie più deboli. Madrina dell’evento la Mauna Kea Edizioni, la nuova casa editrice sambenedettese. Presenta l’Assessore alla Cultura Donatella Ferretti; le letture saranno a cura di Sonia Burini e Giampietro De Angelis; interverranno i Faber Acustic. Durante l’evento, sarà presentata una Campagna a favore del popolo Sioux-Lakota della Omnibus: una campagna che si prefigge di acquistare uno spazio sulle Black Hills dove il popolo Lakota possa recarsi per pregare e celebrare le proprie cerimonie. Dice a proposito del suo ultimo libro la Milandri: “Oggi la letteratura deve essere una spada, e ogni scrittore un guerriero, per rendere il pubblico partecipe e cosciente di problematiche che non affliggono remote popolazioni, ma l’umanità intera. Il trattamento che hanno subìto e subiscono tuttora i Nativi Americani potrebbe essere riservato a chiunque di noi, in nome di interessi economici e di potere”.

nazionale. Scrive Luisa De Benedetti: “Si respira un’aria magica derivata dalla capacità dell’Autrice di spostarsi senza soluzione di continuità dalla Grande storia indiana alle voci degli indiani viventi che ci spiegano cosa significhi essere indiani, americani ed entrambi allo stesso tempo; rivolgendosi al lettore con un “tu” amichevole, Raffaella apre una finestra sul mondo indiano contemporaneo, nella sua varietà e vividezza che spesso ci colpisce come un pugno allo stomaco. In un linguaggio semplice, immediato e diretto, memoria e storia vengono riunite per rivelare come è realmente la vita in una riserva: è uno sguardo avvincente e non glitterato all’esperienza unica della vita in una riserva indiana. Con un occhio diaristico per i dettagli e una conoscenza giornalistica della storia, Raffaella rivela che i crimini di questo paese contro i suoi abitanti originari non si limitarono ai secoli XVIII e XIX”.