Un grande maestro della scena, Gabriele Lavia, per un testo classico tra i più amati di tutti i tempi, Il berretto a sonagli di Luigi Pirandello, amarissimo, comico e crudele, arriva in scena sabato 25 e domenica 26 febbraio al Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno nella stagione teatrale promossa dal Comune di Ascoli Piceno con l’AMAT e realizzata con il contributo della Regione Marche e del MiC.
Gabriele Lavia – qui insieme a Federica di Martino – è una delle voci più appassionate ed efficaci del teatro del Nobel siciliano. Il berretto a sonagli fu scritto da Luigi Pirandello nel 1916, in siciliano, per il grande Angelo Musco, cui la commedia non piaceva e con la quale non ebbe successo. Poi Pirandello la tradusse in italiano. «Non c’è dubbio – dichiara Lavia anche regista di questo allestimento – che in siciliano questa “commedia nerissima” sia più viva e lancinante. Noi faremo una mescolanza tra la “prima” e la “seconda” versione di questo “specchio” di una umanità che fonda la sua convivenza “civile” sulla menzogna».
«Per Luigi Pirandello la vita è una “soglia” troppo affollata del “nulla”. E tutta la sua opera ruota attorno a questo “nulla” affollato di “apparenze”, di ombre che si agitano nel dolore e nella pazzia. Solo “i personaggi” sono “veri” – prosegue Lavia – e “vivi”. Il berretto a sonagli è una tragedia della mente. Ma porta in faccia la maschera della “farsa”. Pirandello mette sulla scena un “uomo vecchio” uno di quegli uomini “invisibili”, senza importanza, schiacciato nella “morsa” della vita e, poiché è un “niente di uomo” è trattato come se fosse niente: ‹‹Oh che ero niente io?›› Questa “domanda disperata” nasconde la concezione di se stesso, torturata e orgogliosa, di un uomo dissolto nel “nulla” del mondo, un nulla affollato da fantocci, da pupi. Da fantasmi umani. Che spiano e che parlano. Parlano parole già “parlate”, consumate. E sul nostro palcoscenico, “come trovati per caso”, un vecchio fondale “come fosse abbandonato” e pochi elementi, “come relitti” di un salottino borghese, e “per bene”, dove viene rappresentato un banale “pezzetto” di vita di una “famiglia perbene” o di una “famigliaccia per bene” che fa i conti con l’assillante angoscia di dover essere “per gli altri”, di fronte agli altri. Come se la propria vita fosse, per statuto, una recita per “gli altri” che sono gli spettatori ingiusti e feroci, della propria vita. Del proprio “teatro”. Vita di uomini che non sono altro che un segno che indica il nulla, fatto di apparenze, di fantasmi, di tutto quello che l’“io” è per gli altri. È l’“essere-per-gli-altri” a prendere il sopravvento perché l’“essere-con-gli-altri” è comunque il nostro “essere ineludibile”».
Completano il cast dello spettacolo – prodotto da Effimera e Diana Or.I.S – gli attori Francesco Bonomo, Matilde Piana, Maribella Piana, Mario Pietramala, Giovanna Guida, Beatrice Ceccherini. Le scene sono di Alessandro Camera, i costumi ideati dagli allievi del Terzo anno dell’Accademia Costume & Moda Matilde Annis: Carlotta Bufalini, Flavia Garbini, Ludovica Ottaviani, Valentina Poli, Stefano Ritrovato, Nora Sala, le musiche di Antonio Di Pofi.
Per informazioni biglietteria del Teatro 0736 298770, prevendite biglietti anche presso circuito vivaticket, anche on line. inizio spettacoli: sabato ore 20.30, domenica ore 17.30.