Erano sicuramente più di mille le persone che si sono ritrovate in Piazza Arringo per l’ultimo saluto allo sfortunato Jacopo Bachetti. Distanziate, ma unite in un unico abbraccio, hanno fatto da cornice alle altre duecento tra parenti e autorità cittadine che hanno trovato posto dentro alla Cattedrale di Sant’Emidio dove don Armeno Antonini ha celebrato il rito funebre.
Tanti giovani, tanti amici, ma anche tanti clienti dei locali dove aveva lavorato e dove si era fatto apprezzare per la sua professionalità e la sua innata simpatia. Ad attendere l’uscita del feretro dal Duomo striscioni e palloncini colorati liberati in cielo, fumogeni e fiaccole per l’abbraccio degli Ultras 1898 e del Settembre Bianconero.
E poi papà Maurizio, che ha trovato la forza di superare lo straziante dolore e pronunciare un discorso che ha liberato lacrime e commozione in tutti i presenti. «Lo scorso gennaio, dopo più di dieci anni – ha raccontato – mi ha chiesto di andare in vacanza insieme. Siamo stati quattro giorni a Cortina ma, per come li abbiamo vissuti, è come se fossimo restati un mese: sempre insieme, ogni giorno, con la differenza che lui la sera si rilassava con i cocktail mentre io mi accontentavo dei succhi di frutta.
Siamo stati a cena in un ristorante stellato e alla cassa ha preso una bella ‘suonata’. Al che mi ha detto, con il suo sorriso, ’Ma che gli fa papà… Una volta nella vita!’. Oggi quel ’una volta nella vita’ mi risuona dentro senza sosta… Jacopo è stato sfortunato ma ha vissuto intensamente, come amava fare. Ora che salirai lassù salutaci i nostri defunti e il Presidentissimo” e poi parole per gli altri due ragazzi coinvolti nell’incidente, per agli operatori del 118 e per il Sindaco Marco Fioravanti.
Come detto all’uscita del feretro sono stati liberati in cielo i palloncini colorati, mentre gli amici hanno esposto due striscioni: «Anche oggi al tuo fianco, nella trasferta più lunga. Buon viaggio Bach» firmato dagli Ultras 1898 che in mattinata era stato sistemato sul ponte di Rozzi e poi «Esiste un tempo dentro al cuore che non finirà mai. Bach tra noi».