Una giornata dedicata ad un amico, ad un grande calciatore, ad un pezzo di storia del calcio ascolano: Giuliano Torelli. Questo è il programma della giornata organizzata sabato 9 ottobre nel campetto della Chiesa di San Serafino da Montegranaro. In quel campo di calciotto dentro gli orti del convento dei frati cappuccini, quando alle ore 15 prenderà il via il Toro-Toro Day.
Un triangolare di calciotto con gli amici di sempre che si concluderà poi con festeggiamenti, una merenda e con l’inaugurazione della Mostra Fotografica del mito del calcio ascolano. L’evento voluto dall’infaticabile amico Gabriele Cinelli vedrà la presenza di Mister Orlando Nardi (91 anni), Mister Massimo Cacciatori, Mister Massimo Silva e tanti altri interpreti del calcio ascolano, compresi tutti i compagni di squadra della Procalcio Ascoli societù dove Giuliano Torelli è cresciuto prima di passarealla Del Duca Ascoli, poi alla Maceratese, al Porto San Giorgio, al Termoli, alla Picenasport, all’Elettrocarbonium, al Nereto, per finire ancora alla Procalcio Ascoli e all’Asca-picenasport.
Giuliano Torelli è nato ad Ascoli Piceno il 5 agosto del 1937, è stato un fortissimo calciatore, centromediano difensivo, stopper, oggi sarebbe chiamato centrale di difesa. Ha iniziato come dello alla Procalcio Ascoli ma la sua carriera nel 1958 ha avuto un acuto, approdando alla Del Duca Ascoli in serie D. Al suo primo campionato conquistò la promozione in Serie C. Con la Del Duca, che ha poi dato origine all’Ascoli Calcio, ha giocato tre stagioni, l’ultima è quella del campionato 1960-61.
Quando venne ceduto alla Maceratese ci fu un vero tumulto l’ Ascoli sportiva si ribellò, e il dissenso per la sua cessione portò alcuni tifosi a compiere gesti di plateale protesta. Una notte ignoti scavalcarono le mura del Campo sportivo Squarcia, dove giocava la Del Duca Ascoli e rabbiosamente segarono i pali in legno delle porte. Toro era molto ben voluto dai tifosi ascolani, essendo si un loro concittadino, ma soprattutto in campo uomo di valore e indomito guerriero. Toro in città è molto conosciuto e amato – come ha spesso raccontato l’amico Nazzareno Zè Bachetti – Appassionato di montagna, quando può ci trascorre molto del suo tempo libero.
Camminatore instancabile, alle veneranda età di 83 anni è facile incontrarlo passeggiare nella vie cittadine, soprattutto la sera. Volto noto della Quintana di Ascoli sfila nel corteo storico nelle vesti di capitano d’arme del Sestiere di Porta Solestà. Divenuta oramai leggendaria la frase che pronuncia ogni anno alla fine della quintana d’agosto: “Ragazzi questa è l’ ultima, il prossimo anno non ci sarò” ma oramai non ci crede più nessuno, tutti sappiamo che alla prossima sarà immancabilmente presente. Un personaggio che averlo come concittadino e amico è un vero privilegio. Saggio interprete di vita e testimone di un calcio oramai scomparso, certamente povero, ma dall’animo puro e nobile. Dove i calciatori prima di essere giocatori erano uomini. Come lo è stato e lo è ancora Giuliano. Grande Toro.
Proprio Gabriele Cinelli ha invece raccontato l’episodio del taglio delle porte del campo Squarcia. “Giuliano è stato il calciatore ascolano più amato di sempre. Basti ricordare la prova clamorosa che i suoi tifosi più accaniti ne diedero nel novembre del 1960. Lui, giovanissimo, era già un beniamino nella squadra della sua città, la Del Duca Ascoli, che militava in serie C. L’allenatore Marco Mezzadri meditava di escluderlo dalla formazione per fare spazio in difesa all’ultimo acquisto di mercato: quel Carlo Mazzone, romano appena arrivato tra le Cento Torri.
Quando la notizia trapelò in città fra i tifosi, alla vigilia di Ascoli-Lucchese, i fans più accaniti di Giuliano non la presero affatto bene. Se non gioca “Toro”, allora non giocherà nessuno. Nottetempo scavalcarono la recinzione e segarono i pali delle porte del campo “Squarcia”. Una protesta clamorosa e una dimostrazione di affetto straordinaria, probabilmente uniche nella storia del calcio italiano. Giuliano Torelli non ha masi smesso di giocare a calcio neanche quando grazie a Giuseppe ‘Pippo’ Mascetti, trovò un posto di lavoro e poi in squadra nell’Elettrocarbonium.
Insomma, quello di sabato 9 ottobre nel campo di San Serafino a Porta Cappuccina è un evento a cui non si può assolutamente mancare.