Il Recovery plan italiano preveda “un capitolo specifico per il nostro settore. La cultura e l’arte siano riconosciuti come beni primari per la formazione dell’individuo e per il rafforzamento e la coesione della società, come fin dal 1999 enunciava anche il Parlamento Europeo. Dobbiamo almeno cercare di sopravvivere quindi intanto con urgentissime misure, sia emergenziali che di riforma”.
Così Elio Giobbi di AssoArtisti, in audizione nelle Commissioni congiunte Cultura e Lavoro alla Camera dei Deputati.
“La musica, la cultura, gli artisti, la bellezza della nostra arte italiana, in questa epocale pandemia mondiale, si sta estinguendo – prosegue Giobbi – siamo fuori tempo massimo, c’è stato l’annullamento in questi mesi di quasi il 90% di tour, eventi, spettacoli, fiere, congressi e convegni, sagre, feste patronali, serate danzanti. Chiusura di dancing e discoteche, club, circoli culturali e ricreativi, sale prove, studi registrazione. Si sono perse professionalità importanti per il settore, con la quasi totalità di artisti e tecnici che hanno perso il lavoro e numerose imprese che hanno chiuso!”
AssoArtisti, associazione di categoria emanazione di Confesercenti, che rappresenta e tutela da oltre 25 anni tutti gli artisti della musica, i dj, gli animatori, il mondo della danza, del teatro, del cinema e delle arti visive e figurative, insiste nel chiedere che ci si prenda particolare cura di imprese e lavoratori, incoraggiandoli, dandogli fiducia, facendo capire con forza che lo stato fa il tifo per loro, che è pronto ad ascoltarli, sostenerli, rispettarli, dar loro la dignità e il riconoscimento di essere lavoratori come tutti gli altri! Perché va sì assolutamente tutelato il diritto alla salute, ma anche il diritto al lavoro e alla bellezza dell’arte e della cultura.

Per AssoArtisti, in relazione al periodo critico del settore, occorre prevedere l’estensione della cassa integrazione in deroga e dei bonus per intermittenti e autonomi, non solo fino alla fine dello stato di emergenza, ma per almeno 3-6 mesi dopo, “in quanto lo spettacolo ha bisogno di programmazione e prove. Non pensiamo che quando sarà tutto finito, magicamente si tornerà come prima”, ha detto Giobbi durante la sua audizione alla Camera.
“E poi l’Inps deve attuare tempestivamente ciò che stabiliscono di volta in volta i Dpcm…è inaccettabile che a fine ottobre ancora diversi artisti e tecnici non abbiano percepito le casse integrazioni di maggio” ribadisce Giobbi con forza.
Serve, poi, il “riconoscimento della Naspi non inferiore almeno alla soglia di povertà stabilita dall’Istat e utilizzata nel Reddito di cittadinanza”, ha aggiunto Giobbi.
AssoArtisti apprezza gli sforzi con i bandi extraFUS del Mibact per musica dal vivo, teatro, cinema, imprese, ma sottolinea che ne sono vitali di nuovi per tutta la filiera dello spettacolo e degli eventi.
“Urgente poi predisporre tavoli di lavoro ed osservatori regionali e nazionali permanenti -continua Giobbi durante l’audizione – come già si sarebbe dovuto fare fin dal 1985 quando fu istituito il FUS”.
AssoArtisti prosegue nel proporre l’attuazione di misure di defiscalizzazione a tutte le imprese di spettacolo ed eventi, come per es.una sorta di “superammortamento” per chi ingaggia lavoratori professionisti. Cosi come misure di decontribuzione; innalzamento della percentuale per Tax Credit, Art Bonus, allargando a tutta la cultura e spettacolo, quindi anche per i corsi di musica e arte, per acquisto strumenti musicali, per acquisto biglietti nei live, ecc.; esenzione Irap per imprese dello spettacolo che ingaggiano professionisti .Le risorse si troverebbero già solo dall’emersione del sommerso!
AssoArtisti chiede poi la sospensione dello split payment “almeno sino alla fine dello stato di emergenza e per l’annualità successiva”. E ancora, “iva a zero laddove il committente non può detrarla, per esempio enti pubblici, pro loco, comitati feste, parrocchie, perché è un elemento verosimilmente scoraggiante per chi organizza eventi”.
Giobbi ha proseguito nella sua “audizione-fiume” con altre proposte per il settore, fortemente condivise su diversi tavoli, tra cui quello del FAS Forum Arte Spettacolo: “Istituzione di una piattaforma degli eventi, semplice e snella, anche da app, già attiva in Francia ed altri Paesi, dove ad ogni evento si attribuirà un numero di protocollo, dalla festa privata al mega concerto, tutti protocollati. Da quel protocollo dovranno scaturire i nominativi degli artisti, le contribuzioni in base ai rispettivi contratti (siano essi autonomi o dipendenti o intermittenti o occasionali), i permessi per diritti d’autore e diritti connessi, i documenti fiscali relativi ai compensi. Prevedere inoltre una mappatura dei luoghi di spettacolo, anche quelli per l’arte di strada dove ogni comune mapperà location ed orari per potersi esibire. Potrà gestire anche albi o registri professionali”.
Occorre, inoltre, istituire un “Buono Occasionale dello Spettacolo” per tutte le discipline artistiche, creative, di didattica o tecniche -prosegue Giobbi – sarà “semplice, snello, gestito anch’esso dalla piattaforma e con app, la cui contribuzione affluirà sempre nella stessa cassa dei lavoratori dello spettacolo e che andrà finalmente anche a regolamentare chi non trae sostentamento solo dallo spettacolo, ma che fino ad oggi poteva creare concorrenza sleale a causa del famigerato comma 188 di cui alla legge 296/2007. Importanti poi gli accordi contro la doppia imposizione fiscale per artisti all’estero, la valorizzazione del Teatro e della Danza, con ricostituzione dei corpi di ballo nelle fondazioni lirico sinfoniche, ma anche particolari incentivi alle migliaia di piccole compagnie teatrali e di
Giobbi ha poi evidenziato quanto “sia importante introdurre il “diritto di estemporizzazione” per le esibizioni trasmesse in diretta sui social e il riconoscimento di un “equo compenso” per gli streaming, considerando che saranno questi, purtroppo, gli unici “spettacoli” che sostituiranno i live chissà per quanti mesi, sottolineando però quanto sia fondamentale tornare al nostro pubblico quanto prima, necessario non solo per gli artisti, ma anche per la gente, che ha bisogno di qualche momento di svago e soprattutto di emozioni ed arricchimenti di mente e anima, che solo l’arte e la cultura possono dare”. Ha quindi invitato governo e Agcom “a sostituire determinati spazi di talk show dove spesso capitano alcuni ospiti e conduttori che commentano ed umiliano il settore spettacolo talvolta con incompetenza e derisione, con spettacoli e concerti live, così da dare più luce ad artisti, autori, musica, danza, teatro, cultura tutta, alternando big a giovani emergenti – conclude Giobbi- servirebbero almeno a far maturare diritti d’autore e a tener vivo nel pubblico la bellezza delle emozioni che solo lo spettacolo dal vivo, lo ripeto, può donare!”



