Il Commissario Provinciale Lega per Salvini Premier, Enrico Fioroni, ha denunciato l’uso improprio della fascia tricolore messo in atto dal Sindaco di Colli del Tronto, Andrea Cardilli.
“Il candidato Consigliere Regionale per la Lista Mangialardi, Andrea Cardilli (attuale Sindaco di Colli del Tronto) – ha scritto Fioroni – fa proprio il simbolo della sua carica pubblica per uso personale. Infatti si fa ritrarre nei manifesti per la propria candidatura alle Regionali, con la fascia tricolore, simbolo della sua attuale carica che però non può e non deve essere usato per scopi di propaganda elettorale, seppur nella fascia presente nel manifesto non figurano né lo stemma della Repubblica e nemmeno quello del Comune, che sono i caratteri essenziali della fascia distintiva del Sindaco oltre al tricolore stesso (art. 36, comma 7 della legge n. 142/1990 come sostituito dall’art. 4 comma 2 della legge 15 maggio 1997, n. 127 – ora art. 50, comma 12 del decreto legislativo n. 267/00).
Nell’immagine la fascia viene indossata come indicato dall’art. 50 del decreto sopra riportato, ovvero a tracolla sulla spalla destra con la striscia verde rivolta verso il collo. Questo simbolo, riconosciuto da tutti i cittadini, pone chiaramente il candidato raffigurato in una posizione di prestigio e diversa rispetto a tutti gli altri candidati in virtù dell’importanza della fascia indossata.
Egli da Sindaco è anche e soprattutto garante della Costituzione e dell’importanza della fascia, che deve essere utilizzata come recita l’art. 70 del d.P.R. n.396 del 3 novembre 2000: “l’Ufficiale dello Stato civile nel celebrare il matrimonio e nel costituire un’unione civile, deve indossare la fascia tricolore..”, e per consuetudine il Sindaco indossa la fascia in tutte le occasioni ufficiali.
Pertanto in qualità di Commissario per il Partito Lega per Salvini Premier – ha concluso Enrico Fioroni – si chiedono le pubbliche scuse da parte del candidato Cardilli e la sostituzione di tutti i manifesti dove viene raffigurata la fascia tricolore con un uso improprio”.