Comitato Salviamo il Madonna del Soccorso: “La nostra risposta alla dichiarazione di guerra del PD ascolano alla costa”

SAN BENEDETTO – “Oggi, 14 gennaio, il PD ascolano ha indetto una manifestazione davanti al Mazzoni “per chiedere (tra l’altro) al sindaco e agli assessori del Piceno di smentire pubblicamente le continue voci sulla realizzazione di un nuovo ospedale a San Benedetto del Tronto che inevitabilmente porterebbe alla chiusura di quello di Ascoli”, dice il dottor Nicola Baiocchi, presidente del Comitato Salviamo il Madonna del Soccorso.
“Vorremmo fare chiarezza sulle solite inveterate bugie, ripercorrendo le dichiarazioni del PD ascolano nel corso degli anni.
Articolo del 21 maggio 2018: «Ospedale unico, il “Mazzoni” non chiuderà e il sindaco Castelli lo sa benissimo». Articolo del 27 settembre 2018: “Il PD di Ascoli teme che il nuovo ospedale si farà a San Benedetto. Perché Castelli non si oppone”? Dopo tre anni, 15 luglio 2021: «Il nuovo ospedale a San Benedetto? Il PD di Ascoli non ci sta». Fino ad arrivare alle odierne fragorose falsità per cui il nuovo ospedale di San Benedetto porterebbe “inevitabilmente” alla chiusura del Mazzoni, facendo leva sull’orgoglio ascolano degli attuali assessori regionali e del sindaco del capoluogo.
Ricordiamo che nella delibera di Giunta regionale n. 1554 del novembre 2018, poi inviata al Ministero della Salute, si legge che “il peridio ospedaliero unico dell’AV2 è formato dai tre ospedali di Jesi/Fabriano/Senigallia”. “Il presidio ospedaliero unico di AV5 è formato dagli ospedali di Ascoli e San Benedetto del Tronto”. Il 4 febbraio 2020, la giunta PD fece approvare il piano socio-sanitario regionale pubblicato con la deliberazione n. 107, nella quale si legge a pagina 55: “sarà individuato come presidio di primo livello il Presidio Ospedaliero Unico AV2 di Jesi-Senigallia-Fabriano inteso nella sua articolazione di tre ospedali”. Scompare, curiosamente, il presidio ospedaliero unico di AV5 su due ospedali.
Diciamo “curiosamente”, in quanto nella stessa seduta il consigliere Giorgini presentò l’emendamento n. 20. Afferma il consigliere: «Ho inserito quello che in pratica riporta la DGR n. 1554, che è stata poi comunicata al Ministero. Non c’è equità [in riferimento alla distribuzione degli ospedali sul territorio] per il fatto che nelle cinque aree vaste (…) il Presidente l’ha detto, non si rispetta il decreto Balduzzi (…) la provincia di Pesaro con un bacino d’utenza di 360.000 abitanti, in pratica “ne consuma” 600.000; la provincia di Ancona, con 476.000 abitanti, “ne consuma”, con gli ospedali che ha, 1.120.000, più del doppio (consentito dalla legge); Macerata, con un bacino di utenza di 320.000 abitanti, “ne consuma” 460.000; la provincia di Fermo, con un bacino d’utenza di 175.000 abitanti, ha strutture, secondo il Balduzzi, per 230.000, Ascoli Piceno, con un ospedale di primo livello, con 220.000 abitanti, “ne consuma” solo 150.000.
Il consigliere chiede che venga riconfermato quanto stabilito nella DGR n. 1554: “due ospedali di primo livello” ad Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto.
Il Presidente Luca Ceriscioli, afferma nel corso della stessa seduta: “… nel conteggio ci si scorda sempre che fra Ascoli Piceno e Fermo ci sono quattro cliniche private, (…) una ad Ascoli Piceno, due a San Benedetto del Tronto, una a Fermo. Scordiamoci di quattro strutture ospedaliere”. Facciamo notare che Ceriscioli non dice che le cliniche private non fanno Pronto Soccorso né attività emergenziale come un ospedale, non dice neanche che i posti letto dati a queste cliniche, per adeguarle al Balduzzi, li aveva tolti in massima parte al Madonna del Soccorso.
Nella stessa seduta il signor Urbinati, quello che restò in silenzio quando la Casini affermò che al Madonna del Soccorso non c’era la Rianimazione, dice a Ceriscioli: “Le dico invece, in maniera chiara, che io l’ospedale nuovo nel mio territorio lo voglio, lo pretendo, come si fa in altre aree vaste. Se l’ospedale va localizzato dove dice quella delibera [cioè Pagliare], a San Benedetto del Tronto rimane un ospedale di base, perché la città di San Benedetto del Tronto, insieme alla Riviera delle palme, insieme alla Val Menocchia, ha 83.000 abitanti, siamo quindi perfettamente dentro al decreto Balduzzi e non dobbiamo chiedere niente a nessuno”.
In verità di utenti serviti dal Madonna del Soccorso, San Benedetto ne ha quasi 140.000, accogliendo tanti pazienti abruzzesi, come disse anche Castelli da Sindaco, che producono mobilità attiva, i cui proventi vengono usati per lo più nel nord delle Marche,
Interviene poi l’ascolano Piero Celani. «Noi l’ospedale nuovo ce l’abbiamo, il Piceno non ha bisogno di un ospedale nuovo», aderendo totalmente alla tesi del PD.
Prende poi la parola Anna Casini, bravissima, come sempre, a mettere in fila tutta una serie di invenzioni: «… sono stati invitati tutti i Sindaci, da Ascoli Piceno a San Benedetto Tronto (mai inviato) del, ad individuare delle aree nei loro piani regolatori che fossero idonee (…) Dovevano avere almeno 20 ettari di pezzatura (mai giustificati), pianeggianti e con caratteristiche geologiche e geomorfologiche compatibili (…) Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto non hanno presentato proposte … quindi avremo un primo livello avanzato e rimarranno due ospedali di base a San Benedetto ed Ascoli». E qui arriviamo ai tre ospedali, sonoramente già bocciati da Ceriscioli nel 2019.
Stranamente durante il voto dell’emendamento di Giorgini mancano sia la Casini che Urbinati. In seguito la Consigliera Leonardi espone un emendamento in cui si chiede che “in riferimento all’area vasta 5 viene istituita l’Azienda ospedaliera Marche Sud, su due plessi (…) ma senza declassare i presidi ospedalieri di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto’. Al che Urbinati: «Non c’è scritto da nessuna parte “ospedale unico” perché “ospedale unico” non sarà, questo è». Ancora una volta, al momento del voto, manca Urbinati, il paladino della costa, che aveva parlato pochi minuti prima.
Riassumendo: il PD ascolano, cioè Casini e Agostini, rappresenta il nemico mortale del Madonna del Soccorso. Ora si appellano all’assessore Castelli, così come fanno ogni volta che vogliono qualcosa per il loro bacino elettorale. Mentre in Riviera noi abbiamo Urbinati, pericolo pubblico per la nostra sanità, mai sincero, mai affidabile.
Vista l’irriducibile prepotenza e l’egoismo del PD ascolano, che adesso si sono evidenziati con chiarezza, pur avendo noi sempre auspicato un’unione di intenti ed una fattiva collaborazione tra Ascoli e San Benedetto, che dovevano essere consacrate nella doppia provincia, a questo punto non vediamo altra strada per il nostro territorio che separarci dalla provincia di Ascoli, lasciando il capoluogo al suo destino. A meno che le altre forze partitiche e civiche non dimostrino di essere disposte ad impegnarsi affinché venga ristabilito in questo territorio il rispetto della legge e dei diritti di tutti i cittadini, tenendo conto finalmente del reale fabbisogno sanitario”.
Il Comitato “Salviamo il Madonna del Soccorso”

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