SAN BENEDETTO – La decisione del Comune di San Benedetto del Tronto di sopprime l’invio alle famiglie del Bollettino Ufficiale Municipale Cartaceo (BUM) per lasciarne solo la versione on line, non piace alla Psicoterapeuta Antonella Baiocchi, la quale, nella veste di Coordinatore Nazionale del Dipartimento di Tutela delle Fasce Vulnerabili e delle Vittime di violenza di qualsiasi sesso conferitele dal C.I.A.T.D.M. invita il Sindaco Antonio Spazzafumo a rimodulare la decisione.
“La trovo una decisione irrispettosa e discriminante nei confronti degli anziani, una delle fasce più vulnerabili della cittadinanza, che vengono tagliati fuori dal diritto di informazione. Ogni cittadino che abbia nel cuore amori e affetti di una certa età, non può esimersi dal chiedersi – E ai nonni chi ci pensa? – Cosa rispondere loro, quando non vedranno più arrivare il giornalino del Comune, che come un rassicurante rituale attendevano a metà mese?”
Secondo la Baiocchi, le motivazioni addotte dall’amministrazione comunale per giustificare questa decisione, spiegate nell’ultimo BUM, di gennaio, non reggono: “…Una pubblica amministrazione, che ha il compito di spendere al meglio le risorse di tutti, deve chiedersi se vi sono modi migliori e meno onerosi, per comunicare con i propri cittadini. Il BUM così come l’abbiamo conosciuto fin ora costa circa 30.000 euro l’anno, ma gli aumenti subiti dalla carta lasciano presagire incrementi consistenti….”
“Sono espresse con la disarmante seraficità di un ‘Buon Padre di famiglia, – continua la Baiocchi – attento agli sperperi e agli incrementi di spese in agguato. Ma qualcosa stride ed evoca il sapore della presa in giro. Ecco le parole di mio padre Alighiero, 95 anni: “Ma come, l’amministrazione comunale si mette a risparmiare sulla pelle di noi anziani?” La Baiocchi prosegue:
“Perché mai l’Amministrazione comunale non ha pensato ad una soluzione più dolce rispetto a quella “dicotomica” (tutto niente) del taglio netto del giornalino cartaceo? Magari avrebbe potuto continuare, che so, ad inviare il cartaceo solo alle case di riposo e alle famiglie con anziani al di sopra di una certa età”.
Secondo la dottoressa Baiocchi questa decisione suona come “un ennesimo atto maldestro nei confronti della sobrietà e delle fasce vulnerabili (prima la discriminazione degli uomini vittima di violenza rispetto alle donne (con la negazione del patrocinio alla conferenza a loro dedicata); poi la discriminazione delle donne rispetto agli uomini (con la gaffe delle “Donzelle”); ora la discriminazione degli anziani dimenticati nel loro diritto alla informazione). Non ho dubbi in merito alla buona fede e voglia di “far bene” di questa amministrazione. Ma il Sindaco dovrebbe capire che è probabilmente intralciata da una certa “fragilità culturale” da parte di chi lo consiglia, nei confronti di argomentazioni come il rispetto, l’inclusione, l’integrazione e le Pari Opportunità verso le fasce vulnerabili. Una fragilità cui questa amministrazione dovrebbe porre al più presto rimedio, – conclude la Baiocchi – affidandosi a persone veramente competenti in tema di contrasto di violenza e prevaricazione, e rifiutandosi di avvallate suggerimenti che gli arrivano da persone inquinate da condizionamenti di genere e di colore politico.