Il tema della privacy è caldo e, per quanto riguarda le e-mail dei propri dipendenti, i datori di lavoro hanno diritti e doveri: la legge.
Molti italiani lavorano come dipendenti, quindi sono assunti presso un’azienda con contratto a tempo determinato o indeterminato e si riferiscono direttamente a uno o più superiori che gestiscono il loro lavoro ed amministrano le loro mansioni quando sono in ufficio. Il rapporto tra lavoratore dipendente e datore di lavoro è complesso e, per questo, approfondito dalla legge in termini di diritti e doveri: ecco, a tal proposito, cosa si dice in merito alle e-mail del dipendente.
Oggi come oggi, uno degli strumenti più utili sul posto di lavoro è quello dell’e-mail. Se una volta tutto si svolgeva di persona, telefonicamente, oppure con il fax, oggi invece con una semplice e-mail si possono chiedere o inviare informazioni, file di testo, immagini, video o audio. Si tratta di un mezzo molto usato poiché innanzitutto è tracciabile, poi consente di inviare la medesima comunicazione a più persone e, rispetto alle chat come Whatsapp o Telegram, è più professionale. Oggi, però, parliamo della privacy dei dipendenti in relazione alle loro e-mail: ecco cosa dice la legge.
Secondo una sentenza emessa dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, il datore di lavoro non può controllare le e-mail inviate e ricevute sull’indirizzo aziendale di un proprio dipendente senza prima avvisarlo. Sebbene si tratti di questioni lavorative, infatti, secondo la Corte Europea questo comportamento consisterebbe a tutti gli effetti in un’illegittima intrusione nella privacy del proprio dipendente e in una violazione del diritto alla vita privata.
Nel caso in cui, però, il dipendente venga avvisato di un prossimo controllo sulle e-mail, in alcune specifiche condizioni la legge ammette questa “intrusione”. Innanzitutto, la possibilità del controllo dev’essere indicata nel contratto di lavoro o nel regolamento aziendale, quindi tale verifica dev’essere spiegata nei dettagli, quindi nelle modalità e nelle finalità.
Il datore di lavoro, inoltre, anche in questo caso può leggere solo ed unicamente le e-mail riferite all’attività aziendale e deve assicurare la piena tracciabilità dei controlli, quindi deve poter dire quali e quante e-mail ha controllato, per quanto tempo e quante persone le hanno lette. Alla base c’è sempre quindi il rispetto per l’altro.