L’amministrazione comunale di Maltignano comunica che con decreto n° 4 del 30 Gennaio u.s. dell’Ufficio di ricostruzione speciale sono stati notificate le conclusioni degli studi di approfondimento dei modelli geofisico e geotecnico delle cavità del sottosuolo del centro storico del comune di Maltignano.
Tali studi hanno determinato che sussistono ad oggi tutti i presupposti scientifici per poter rimuovere qualunque vincolo relativo alla ricostruzione degli edifici di categoria “B”, classificati come tali dopo il sisma dell’agosto 2016 e di dare il via, conseguentemente, alla ricostruzione leggera.
“Sono molto soddisfatto della conclusione delle indagini-ha dichiarato il Sindaco Armando Falcioni– che ci permettono di riavviare la ricostruzione leggera all’interno del centro storico. Mi assumo tutta la responsabilità di aver denunciato questo potenziale pericolo all’indomani della registrazione dei tonfi dopo il sisma del 26 agosto 2016. L’alternativa sarebbe stata quella di ignorare o sottovalutare tali fenomeni al fine di accelerare la ricostruzione delle ”B” senza relazione geologica. Ma sarebbe stato un atteggiamento poco serio e poco coscienzioso visto che talvolta si hanno notizie, in campo nazionale, di crolli o cedimenti senza particolari avvisaglie. Abbiamo aspettato del tempo, tanto forse, ma almeno abbiamo uno studio scientifico con dati certi a tutela della sicurezza di immobili e cittadini ed una microzonazione sismica aggiornata e di terzo livello. Ringrazio tutta le strutture commissariali che si sono succedute, compresa l’ultima coordinata dal Sen. Castelli, ed i tecnici dell’ufficio speciale, che hanno preso coscienza di una situazione particolarissima, tanto che ha rappresentato un caso unico tra i 140 comuni compresi nel cratere sismico”.
Lo studio, avvenuto a carico dei fondi della ricostruzione per un totale di circa 150.000 Euro, partì dopo l’allarme lanciato dal Sindaco di Maltignano per dei tonfi che si registravano all’interno di alcuni edifici del centro storico, considerando che questo è caratterizzato da molte grotte, alcune visibili e visitabili, altre tombate nel tempo.
Lo studio, effettuato in più sequenze, ha visto l’utilizzo di apparecchiature moderne come geo radar, fonometri oltre a prove penetrometriche e coinvolto diversi organismi quali l’Università di Camerino ed i vigili del fuoco di Ascoli per i primi interventi, il CNR per la microzonazione sismica e tecnici specializzati per gli ultimi studi geologici del sottosuolo a rischio di dissesto ed alta vulnerabilità sismica.