Un nuovo vino rigorosamente made in Fermo, a iniziare dal nome. Proprio per scegliere il nome i quattro viticoltori che hanno deciso di realizzare il nuovo vino si sono chiesti: ma quando ci si veste di bianco come diciamo? Deviango.
Deviango è diventato così il nome di un vino bianco realizzato con uva a bacca rossa tipica del Sangiovese che caratterizza da sempre la produzione vitivinicola nel fermano. Ieri mattina il Deviango è stato ufficialmente presentato dalle quattro cantine che lo hanno creato ovvero Casale Vitali di Montelparo; Vittorini di Monsampietro Morico, Casa vinicola Geminiani di Montalto Marche; Cantina Di Ruscio di Campofilone.
L’iniziativa, organizzata dalla Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) delle province di Fermo, Ascoli e Macerata si è svolta nella splendida cornice dell’area archeologica La Cuma ed è stato il sindaco di Monte Rinaldo Gianmario Borroni a fare il saluto iniziale. Il Prefetto di Fermo Vincenza Filippi ha sottolineato “i notevolissimi livelli di eccellenza raggiunti dell’enogastronomia del fermano”. Il senatore Giuliano Pazzaglini ha sottolineato: “l’etereogenità di valori e di tesori che possono garantire un considerevole supporto alla crescita del turismo”.
Gino Sabatini presidente Camera di Commercio delle Marche ha detto: “Deviango nel vino è la dimostrazione dell’importanza di fare sistema. La rete tra aziende deve diventare sempre più un mantra in grado di trasformare in un fattore di successo necessario per vincere le sfide sui mercati soprattutto internazionale. Il vino si integra con il patrimonio artistico del fermano dando vita ad un’offerta completa”.
Barbara Paglialunga delegata di Ais Associazione Italiana Sommelier per la provincia di Fermo ha aggiunto: “I viticoltori parlano con passione del loro lavoro. Con le loro vigne disegnano e caratterizzano il territorio del fermano assicurandone la tutela. Deviango è l’esempio che si può fare una rete tra produttori di vino rimanendo, ciascuno, fedeli alle proprie tecniche di produzione”. Mirella Gattari presidente della Cia delle Marche ha detto: “In un calice di vino troviamo non solo il vitigno ma il territorio in ogni sua sfaccettatura.
Il Deviango non si può produrre ovunque in quanto le influenze sull’uva di composizione e di altitudine del terreno, termiche e climatiche sono gli elementi essenziali per ottenere il grappolo alla vendemmia. Un vino destinato a far conoscere il Dna della Valle dell’Aso. La Valle dell’Aso per le Marche deve diventare come le Langhe per il Piemonte”. Francesco Belfiori coordinatore delle ricerche del santuario di Monte Rinaldo ha detto: “Plinio il Vecchio parla del vino descrivendo le diversità produttive a seconda del clima e dei terreni del fermano. Tutti i vasi che venivano utilizzati nelle cerimonie nel tempio contenevano il vino diventando un tratto distintivo importante anche oggi”.
Le aziende che hanno concretizzato il progetto di creazione del Deviango hanno detto: “Quando vinificavamo riuscivamo a ottenere un vino molto elegante ma con un colore molto tenue e non certamente rosso come ci si aspettava e così veniva venduto ad un prezzo inferiore rispetto agli altri. Da qui abbiamo deciso di ottenere un vino bianco da uva rossa cercando di sfruttare la chimica presenta nell’uva. In maniera naturale riusciamo a ottenere un vino bianco che ha immediatamente riscosso un notevole successo sui mercati”. L’Onorevole Mauro Lucentini ha chiesto ai rappresentanti delle istituzioni presenti di attivare i fondi necessari per promuovere il Deviango. Mirco Carloni vice presidente Regione e assessore all’agricoltura ha detto: “Siamo in un luogo creato dal genio italico e noi siamo figli di quella civiltà e di quella voglia di far bene che è alla base di tanti progetti attuali. Dobbiamo essere consapevoli che nel 2020 abbiamo perso il 15% delle esportazioni di vini marchigiani e quindi è necessario recuperare le posizioni al più presto.
Nelle Marche abbiamo 21 denominazioni e sono un patrimonio di diversità e di eccellenze. Negli ultimi mesi lo sforzo che abbiamo fatto è di riportare al centro del dibattito l’agricoltura. Con la Camera di Commercio ci interroghiamo su come fare per arrivare sui mercati a più alto valore aggiunto. Dino Scanavino presidente nazionale della Cia ha detto: “Nelle Marche ci sono esperienze comuni che si trasformano in un volano di crescita delle aziende e in questo contesto l’esempio di Deviango è evidente. Un esperimento che rappresenta un nuovo modo di fare economia”.