Il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, ha parlato della violenza di genere nella seduta del consiglio regionale tenutasi lo scorso 21 novembre
L’omicidio della giovane Giulia Cecchettin ha turbato l’Italia intera e non solo. Una tremenda pagina di cronaca nera che si interseca inevitabilmente con la violenza di genere che continua ad essere una piaga sociale difficile da debellare.
Lo scorso 21 novembre il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli ha ricordato Giulia Cecchettin (ma anche Rita Talamelli) al termine della seduta aperta del consiglio regionale per la presentazione del rapporto annuale sul fenomeno della violenza di genere.
Queste, nel dettaglio, le sue parole: “In questi giorni – si legge su AnconaToday.it – abbiamo tutti sperato in un epilogo diverso confidando probabilmente nel non voler trovare mai più tracce di questa immane violenza nelle nuove generazioni”.
“Pensando a questa seduta – ha sottolineato Acquaroli – immaginavo Giulia come l’ultima vittima di una lunga e drammatica scia di sangue che nel 2023 supera già le cento donne uccise in Italia. Purtroppo un altro dramma si è consumato proprio nella nostra regione, a Fano, nei confronti di Rita Talamelli, donna di 66 anni.
“Desidero esprimere alle famiglie – ha proseguito il presidente della Regione Marche – e ai loro cari un profondo sentimento di vicinanza e sgomento, certo di interpretare così la condanna unanime e il dolore della comunità marchigiana per questi episodi così drammatici e per tutti gli atti di sopruso”.
Francesco Acquaroli: “La violenza sulle donne è una piaga sociale che va combattuta”
Il presidente della Regione Marche ha poi proseguito evidenziando come la violenza sulle donne sia una piaga associata assolutamente da combattere, le cose della nostra quotidianità. Ha anche ribadito come ognuno di noi è in grado di fare la differenza Per creare un ambiente in cui le donne si sentano sempre più al sicuro e rispettate.
“Ciascuno può contribuire – ha ribadito Acquaroli – a coltivare un necessario e quanto mai urgente cambiamento culturale e a trasmettere ai giovani l’importanza del rispetto reciproco, il valore dell’uguaglianza di genere, la capacità di affrontare le difficoltà e gli ostacoli che la vita ci pone nel nostro cammino, la condanna ad ogni forma di violenza”.
Acquaroli ha infine ribadito come il compito di contrastare l’emergenza, relativa alla violenze di genere, spetta alle istituzioni, le quali devono sempre più continuare ad investire per permettere ai centri antiviolenza di rafforzarsi, nonché educare a partire dalle scuole affinché tale fenomeno possa quantomeno attenuarsi.
