Tantissima gente ha preso parte all’atteso appuntamento culturale con la mostra d’arte di Frà Jonathan Galluzzi, frate dell’Eremo San Francesco a Poggio Canoso di Rotella, dove vive la Comunità dei Discepoli di Maria di Nazareth.
L’esposizione è stata ospitata nello showroom di Arredamenti Camaioni di Pagliare del Tronto nello scorso fine settimana alla quale ha collaborato anche la cantina Tenute del Borgo. Frà Jonathan Galluzzi ha poi condotto una sorta di visita guidata all’interno della sua arte e delle sue principali ispirazioni, che ha appassionato tutti i presenti.
«Nel momento in cui dipingo – ha spiegato – è come se fossi davanti a una porta aperta verso l’infinito, verso una bellezza e una verità che vanno al di là del mio quotidiano. Per me la pittura è una forma di preghiera che può aprire gli occhi della mente e del cuore, sospingendomi verso l’alto. Con tutto il mio cuore, creo liberamente, con i doni che ho, per restituire onore a Colui che me li ha donati e offrire la mia arte come incoraggiamento a tutti coloro che camminano nelle strade della vita».
Durante l’esposizione c’è stato anche modo di degustare i prodotti tipici dell’Eremo San Francesco, molto apprezzati da tutti. «Generalmente mi considero un autodidatta – ha poi proseguito Frà Jonathan – che cerca di trarre ispirazione dalle esperienze di vita proprie e altrui e dall’ambiente circostante, traducendole in uno spontaneo linguaggio personale mediante la realizzazione di opere pittoriche. In tutte le opere che creo, cerco di mettere sulla tela il mio sentire più profondo, la mia spiritualità, desiderando che le persone che la guardano si fermino ad osservare e riflettere sul proprio sentire rispetto alla propria vita qui ed ora e a tutto ciò che le circonda. L’intento principale del mio dipingere è far vivere e diffondere la presenza di Dio».
Il frate pisano si è poi espresso sul suo concetto di pittura. «Sono convinto – ha detto – che la pittura riesca a dare forma alla sensazione avvertita dagli uomini di percepirsi come enti connessi non solo ad altri uomini, ma alla totalità della realtà. In tal senso, il divino, l’umano e il cosmo sono le tre dimensioni irriducibili che costituiscono il reale. La pittura, come ogni forma d’arte, ha il potere di farci scoprire e farci affermare che la realtà ha una struttura “trinitaria”, in virtù del fatto che l’uomo è parte dell’ordinamento di una realtà che è il prodotto della connessione tra natura, uomo, Dio. Il mio dipingere ha l’intento di ipotizzare un altro modo di concepire la relazione fra divino, umano e cosmico in cui la totalità del reale è data dalla co-appartenenza tra Dio, mondo, uomo; e inoltre di pormi e porre delle domande sulla nostra esistenza per trovare insieme risposte del nostro essere.
La pittura è capace di esprimere e rendere visibile il mio bisogno di andare oltre ciò che vedo e manifestare la mia sete e la mia ricerca dell’infinito. Quando dipingo mi piace pensare che Dio prenda i nostri pezzi rotti e ne faccia dei capolavori, ricordandomi sempre che Egli è il Grande Artista e completerà l’opera che ha iniziato in ognuno di noi. L’intento principale del mio dipingere – ha concluso – è far vivere e diffondere la presenza di Dio, affinché tutti gli uomini facciano esperienza della sua potenza nella loro vita».