La ’cipolla rossa piatta di Pedaso’ è stata riconosciuta presidio Slow Food. Si tratta di un prodotto il cui seme era scomparso negli scorsi decenni, per poi essere recuperato grazie all’impegno e interesse di un gruppo di giovani produttori. Il riconoscimento celebra un percorso avviato circa otto anni fa, sulla base delle ricerche storiche e abitudini sociali che in passato avevano caratterizzato la cipolla rossa piatta di Pedaso.
La sua coltivazione era stata fiorente per tutta la prima metà del 1900 poi, a causa delle guerra, del progressivo abbandono delle terre coltivabili e del cambio delle abitudini, ne andò quasi definitivamente perso il seme.
Arturo Ferretti, agricoltore locale, fu l’unico imprenditore a conservare il prezioso seme, parte del quale venne affidato all’Assam (agenzia per i servizi nel settore agroalimentare delle Marche) affinché lo custodisse nella banca del seme. Da qui, però, per tutelare la biodiversità è stato necessario che le sementi rinascessero in terra. Un compito assolto egregiamente da diversi gruppi di agricoltori per di più giovani.
«Il percorso per il riconoscimento del presidio – dice Paolo Concetti, fiduciario della Slow Food Fermo – era stato avviato con l’intento di far conoscere agli abitanti di Pedaso la storia della cipolla piatta rossa. Poi la passione per il recupero delle tradizioni identitarie e la riscoperta delle qualità della cipolla, unita all’impegno di tanti – conclude – è diventata, il presidio di cui siamo fieri»