Monsignor Giovanni Ercole, vescovo di Ascoli Piceno, ha deciso di far realizzare un presepe terremotato.
Una simbolica vicinanza a un territorio duramente colpito dal sisma, un segno di affetto dedicato alle popolazioni che si ritrovano a vivere un altro Natale, tra la ricostruzione che non parte e le macerie dei propri paesi ancora sotto gli occhi.
È nella paura di essere dimenticati la valvola che ha fatto scattare nel vescovo Giovanni D’Ercole il desiderio di raccontare ancora una volta le difficoltà delle persone colpite dal sisma 2016.
Nella Curia Vescovile, da una piccola finestra che dal muro di cinta si apre sul giardino, è possibile ammirare questa particolare Natività. Maria e Giuseppe aspettano l’arrivo di Gesù Bambino tra macerie, pezzi di tegole, calcinacci, sassi e addirittura una campana, precipitata da chissà quale torre. Lo stesso Giuseppe è sfregiato, visto che la statuina ha un braccio spezzato. Il presepio è delimitato dai nastri biancorossi, quelli che si usano per vietare l’accesso in una determinata area. In questi primi giorni è stato già visitato da centinaia di persone, tra l’altro è allestito in una zona del centro storico interessata da un importante restauro terminato di recente e ora riaperta al passaggio pedonale. Una Natività dall’alto significato simbolico, un messaggio chiaro alle istituzioni che per il quarto Natale si confermano inefficaci.