“Finalmente, grazie alla nostra battaglia in consiglio regionale, la giunta Acquaroli fa marcia indietro e attraverso l’assessore Saltamartini riconosce che sono ben 39, e non 7 come comunicato erroneamente in precedenza al ministero della Sanità, i precari della sanità marchigiana a cui la Regione Marche è tenuta a erogare la premialità Covid di 792 euro, ma ci preoccupa fortemente la mancata risposta sulla stabilizzazione dei lavoratori con apposito concorso.Dopo oltre un anno di latitanza è arrivata l’ora che la giunta regionale ponga fine a questa vicenda e rispetti i diritti di donne e uomini che negli ultimi due anni hanno combattuto il Covid in prima linea. Un ringraziamento particolare vogliamo rivolgerlo al Nidil Cgil che si è battuto al loro fianco: senza questo prezioso sostegno quei 32 lavoratori sarebbero rimasti dei fantasmi per la giunta Acquaroli”.
Così il gruppo assembleare del Partito Democratico commenta la risposta data dall’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini all’interrogazione, presentata a prima firma della consigliera Micaela Vitri, con cui si chiedeva chiarezza sull’indennità Covid ai lavoratori in somministrazione nella sanità marchigiana”.
“Ora – continuano i dem – resta aperto il problema più grande, ovvero la stabilizzazione dei lavoratori precari, che tra l’altro sarebbe dovuta avvenire già entro lo scorso 31 dicembre. In questo caso, purtroppo, la risposta dell’assessore Saltamartini non è stata incoraggiante, forse perché la giunta regionale, fin dal suo insediamento, ha costantemente alimentato l’utilizzo di forme di lavoro precarie nel mondo della sanità. Questa vicenda, però, potrebbe avviare quell’inversione di rotta che i lavoratori e i sindacati si aspettano dalla Regione Marche. Il personale sanitario che nella nostra regione è costretto a vivere i profondi disagi e le incertezze del precariato, ha dimostrato sempre, soprattutto durante l’emergenza pandemica, grande professionalità e abnegazione. Ora sta alla giunta regionale riconoscere concretamente queste qualità e questi meriti regolarizzando la loro posizione lavorativa con un apposito concorso”.